L’Anacer, l’associazione nazionale dei cerealisti, alla luce di dichiarazioni lette in questi giorni, “intende assicurare l’industria agroalimentare e i consumatori che gli arrivi di soia nei porti italiani è regolare e che non c’è, quindi, alcun blocco delle importazioni”. Lo dichiara il presidente di Anacer Carlo Licciardi.
“L’aumento del prezzo della soia – aggiunge il vice presidente Andrea Galli – si deve all’emergenza a seguito del coronavirus, una circostanza che interessa tutti i Paesi, non certamente solo l’Italia”. L’andamento dei prezzi della soia si riflette sulle quotazioni della Borsa di Chicago: diminuzione del prezzo nella prima metà di marzo ed incremento nella seconda metà di marzo. Poi di nuovo in calo nella prima settimana di aprile. I porti italiani sono completamente operativi e le forniture di soia e farina soia all’industria olearia e mangimistica sono regolari: nessun blocco delle importazioni.
Qualche dato: l’Italia importa mediamente 1,7 mio/t di semi di soia destinati alla disoleazione (principalmente da USA, Canada e Brasile), oltre a circa 2 mio/t di farina di soia annue (circa 80% da Argentina) per l’industria mangimistica
Tra le problematiche internazionali, segnaliamo innanzitutto le difficoltà per il noleggio delle navi. Inoltre, le autorità sanitarie di Argentina e Brasile hanno incrementato i controlli sanitari sugli equipaggi e su tutte le navi in arrivo per conformarsi alle disposizioni sull’emergenza coronavirus. In alcuni porti argentini sono previsti periodi di quarantena per tutte le navi in arrivo dall’estero, ma nonostante ciò le operazioni nella maggior parte dei porti argentini e brasiliani vengono condotte senza interruzioni.
L’Anacer ha fatto di tutto per cercare di rassicurare gli operatori e normalizzare i mercati segnalando ai Ministeri, al Coceral ed alle altre organizzazioni internazionali tutte le problematiche che si sono in queste settimane presentate affinché i regolari flussi di approvvigionamento di materie prime dall’estero non vengano interrotti.