La filiera dell’ortofrutta sta dimostrando la propria efficienza e la proverbiale resilienza di fronte allo scenario impostoci dall’epidemia del Covid-19, segno della piena maturità e della solidità di un sistema ortofrutticolo organizzato ed efficiente.
Tra mille difficoltà, avendo comunque come priorità la salute e la sicurezza di tutti gli addetti alla filiera, le aziende del settore continuano ad assicurare l’approvvigionamento del prodotto ortofrutticolo alla produzione, alla distribuzione e conseguentemente a tutti i consumatori. I nostri produttori sono abituati ad affrontare difficoltà nello svolgimento del proprio lavoro, si pensi soltanto alle emergenze climatiche che recentemente hanno afflitto l’ambiente dove viviamo e dove gli agricoltori son tra i primi a soffrirne vedendo spesso vanificati i loro sforzi.
In questo periodo, difficile e confuso, diventa ancor più importante avere informazioni chiare e corrette sull’andamento di mercato delle produzioni ortofrutticole. La nostra Unione ha quindi effettuato un puntuale monitoraggio acquisendo dati certi dalle proprie Organizzazioni di Produttori, dal quale è emerso che si registra una decisa flessione generale nella commercializzazione di tutte le produzioni ortofrutticole, nessuna esclusa. Infatti frutta, orticoli freschi, funghi, orticole di prima gamma confezionata ed insalate pronte per l’uso sono in evidente calo rispetto alle forniture dello scorso anno di pari periodo.
“Dopo un primo momento di positività delle vendite, per esempio, della IV gamma – afferma Felice Poli, legale rappresentante di UNAPROA – abbiamo assistito ad una curva negativa inarrestabile, che oggi stima perdite di volumi che vanno dal 35 al 40%. La forzata quarantena degli Italiani che incide negativamente sui prodotti per il consumo fuori casa, la minore frequenza di acquisto che non aiuta i prodotti freschissimi, il blocco quasi totale delle esportazioni nei mercati europei e la totale assenza delle forniture nel settore dell’horeca a causa della chiusura delle scuole e della ristorazione, sono le principali cause di questa crisi”.
Relativamente alla IV Gamma, Nielsen registra una perdita nel solo canale retail per il periodo covid-19 (17 febbraio – 5 aprile) del 7%, a cui vanno però aggiunti i blocchi di estero e food service.
Ulteriori danni sono prevedibili da un’attesa recessione economica e mancanza di liquidità, che incideranno negativamente sui consumi e su molte aziende del settore. Lo scenario futuro pare quindi fortemente incerto, con un probabile disallineamento del rapporto offerta/domanda che genererà surplus produttivi non assorbibili dal mercato. In questo scenario emerge forte la preoccupazione dei produttori, e di Unaproa stessa, che vedono a rischio non solo margini già ridotti ma in maniera ancor più grave la sussistenza stessa di realtà di assoluta eccellenza.
“Senza un forte e coraggioso intervento da parte delle Istituzioni, a tutti i livelli, sia centrali che regionali – prosegue Felice Poli – non vi sarà alcuna prospettiva di sussistenza e ancor meno di crescita. Unaproa ha già richiesto a gran voce tale disponibilità alle Istituzioni, sia a livello centrale che locale, trovando, almeno in fase propositiva, attenzione alle richieste, auspicando a breve una fase di concretezza che il settore attende senza ulteriori indugi”.