“Condividiamo la posizione assunta dagli assessori all’agricoltura di Piemonte, Lombardia e Veneto che hanno formalmente richiesto alla ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova di prevedere, nell’ambito del nuovo DL ‘Cura Italia 2’, o cosiddetto ‘DL Aprile’, la sospensione del registro nazionale debitori per le aziende agricole; tale misura, infatti, consentirebbe di tirare un sospiro di sollievo alle tante aziende agricole del Paese strette nella morsa tra le problematiche ataviche del primario e gli aggravamenti derivanti dall’emergenza COVID-19, o cosiddetto Coronavirus, che sta colpendo a macchia d’olio i principali comparti della nostra agricoltura”. Lo afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina in seguito alla lettera inviata alla responsabile del dicastero dell’agricoltura e ai possibili contenuti del cosiddetto DL “Cura Italia 2”, che sarà la prossima settimana al vaglio del Consiglio dei ministri.
“Un provvedimento che vada in questa direzione risulta non più differibile, in quanto occorre consentire una giusta ed equilibrata corresponsione degli interventi che dovranno essere concessi a tutte le aziende agricole, sospendendo pertanto almeno fino al 31 dicembre 2020 gli eventuali recuperi per compensazione”, prosegue Verrascina.
“La sospensione di tutte le sovvenzioni, i sussidi e i contributi, nonché del recupero delle somme iscritte sul registro nazionale debitori dovute dalle aziende agricole e delle procedure di riscossione coattiva ad esse connesse da parte dell’ente di riscossione, andrebbe inoltre a sostenere concretamente l’intero comparto agricolo, in un momento di particolare crisi che rischia seriamente di pregiudicare il futuro di moltissimi produttori agricoli”, aggiunge il presidente della Copagri.
“Ci preme ribadire che in un momento particolarmente delicato quale quello attuale, la priorità deve essere quella di dare liquidità alle aziende; è per questo che abbiamo insistito per inserire il primario nel DL liquidità ed è per questo che continuiamo a chiedere misure adeguate a garantire la ripartenza, ad esempio dando alle imprese la possibilità di congelare l’indebitamento pregresso attraverso l’erogazione di mutui a tasso zero a durata ventennale, o meglio ancora trentennale”, conclude Verrascina.