La rete internazionale Interpig, che racchiude 17 Paesi grandi produttori di suini tra cui l’Italia, ha pubblicato nei giorni scorsi il Rapporto sui costi di produzione relativo al 2018.
Secondo i calcoli elaborati dall’Organismo, il costo medio all’interno della UE è stato di 1,63euro/kg, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Il nostro Paese si posiziona purtroppo al primo posto della classifica con una media di 1,93euro/kg, mentre gli Stati dove il costo ha toccato i livelli più bassi sono la Spagna e la Danimarca con una media di 1,41euro/kg.
La voce legata all’alimentazione dei suini rappresenta quella più importante nel computo del calcolo legato al costo di produzione e il Rapporto ha valutato che il prezzo medio del mangime, nel 2018, ha raggiunto 260,02euro/tonn., con un incremento di poco superiore al 9% rispetto al 2017. Tutti i Paesi inseriti all’interno di Interpig nel 2018 hanno dovuto registrare un aumento del costo del mangime, con l’Austria che toccando un +14% ha dovuto incassare l’aumento maggiore.
Un altro dato importante analizzato dalla rete Interpig riguarda il numero medio dei suini svezzati/scrofa/anno. Nella Ue la percentuale è in crescita di quasi l’1% ed è passata da 27,12 del 2017 a 28,12 del 2018. Ancora una volta la Danimarca detiene il primato con oltre 33 suinetti svezzati/scrofa/anno, seguita a ruota dall’Olanda con 30,6 suinetti svezzati/scrofa/anno.
Al momento non sono ancora disponibili i costi di produzione relativi al 2019, sia per quanto riguarda i Paesi che aderiscono a Interpig, sia per gli allevamenti italiani. Il buon andamento delle quotazioni dei suini nazionali che ha caratterizzato i mesi da marzo 2019 in avanti e soprattutto i prezzi delle materie prime che non hanno registrato impennate depongono per una valutazione positiva che non ha pesato significativamente sulla redditività delle aziende. Diverso sarà analizzare gli andamenti del 2020 a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo attraversando legata all’epidemia da coronavirus. In queste ultime settimane le rilevazioni delle materie prime registrano considerevoli aumenti soprattutto per la soia. Fare previsioni, davanti a uno scenario talmente fluido e imprevedibile, è purtroppo inutile.