Lavoro flessibile, voucher, sanatoria per stranieri: passa da questi strumenti, da mettere in campo subito, la ricetta per affrontare l’emergenza del lavoro nei campi. L’ennesimo appello arriva da Cia-Agricoltori Italiani, che ritiene non si debba più perdere tempo per garantire la raccolta delle materie prime che rappresentano la ricchezza del Made in Italy: ortaggi, frutta, uve da vino e olive.
In questo modo non si metteranno rischio le produzioni agricole necessarie a soddisfare la domanda alimentare degli italiani e sarà garantito il rifornimento dei supermercati, senza rincari e speculazioni a danno dei cittadini, già colpiti dagli effetti dall’emergenza sanitaria sull’economia.
“In primo luogo, cominciamo a utilizzare gli italiani economicamente in difficoltà, dai cassaintegrati ai percettori del reddito di cittadinanza, utilizzando strumenti flessibili e voucher agricoli –dichiara Dino Scanavino, presidente Cia-. Senza intralci burocratici, che rallenterebbero le procedure di reclutamento nei campi, dove già da settimane la mancanza di forza lavoro manda al macero quintali di prodotti sani e freschi”.
“Per allargare la platea di lavoratori italiani –sottolinea Scanavino- Cia ha creato una piattaforma digitale (https://lavoraconagricoltoriitaliani.cia.it/) per far incontrare domanda e offerta e, allo stesso tempo, ha stipulato un accordo con una grande multinazionale del recruitment, Synergie Italia, per permettere alle imprese di intercettare velocemente i candidati con la massima trasparenza e legalità”.
“Ma vogliamo far lavorare anche gli stranieri “irregolari” presenti nel nostro territorio, prevedendo la possibilità per i cittadini esteri senza documenti, o con permesso di soggiorno scaduto, di essere regolarizzati in seguito alla stipula di un contratto di lavoro, velocizzando e semplificando le procedure senza troppi intralci burocratici –conclude Dino Scanavino-. Questo provvedimento non è solo importante per rispondere all’emergenza Covid, ma anche un atto di civiltà che favorisce la soluzione di un rilevante problema sociale e sanitario, oltre a garantire agli stranieri clandestini un’opportunità professionale sul lungo periodo, favorendo l’instaurazione di rapporti di lavoro stabili con le nostre aziende”.
Ma è importante agire in fretta, la regolarizzazione dovrà avere la tempestiva collaborazione di tutte le prefettura italiane per rendere la manodopera disponibili alle imprese già dalle prossime settimane, non quando la stagione dei raccolti sarà finita. Secondo le stime di Cia, un provvedimento di regolarizzazione, che in Italia manca dal 2012, oltre a coinvolgere una platea di 150 mila persone e a inserire in una cornice di legalità i lavoratori già presenti nel nostro Paese, potrebbe portare nelle casse dello Stato anche nuove entrate per 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali.