Se non pioverà, l’acqua dell’Adige basterà solo per 15 giorni per irrigare a sufficienza i campi sempre più assetati. Sono le previsioni del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, che per far fronte all’arsura eccezionale sta pompando dal fiume e dal canale Leb 20 metri cubi di acqua al secondo per servire le aree irrigue a cavallo tra Padova, Vicenza, Verona e Venezia. Vale a dire 2 milioni di metri cubi al giorno. Ma se perdurerà la siccità, la portata del fiume calerà sotto la quota di 80 metri cubi al secondo a Boara Pisani ed entro un paio di settimane i prelievi irrigui saranno ridotti drasticamente. E per i seminativi della Bassa Padovana sarebbe un disastro.
Confagricoltura Padova esprime grande preoccupazione per una situazione che, a memoria degli agricoltori, non si è mai vista in oltre 30 anni: “Da metà marzo il Consorzio sta prelevando acqua dall’Adige e dal Leb, quando di solito lo faceva da metà aprile – spiega Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova e consigliere del consorzio -. Per fortuna l’Adige quest’anno ha una portata molto alta, che attualmente è di 280 metri cubi al secondo a Boara Pisani, che ha consentito di prelevare l’acqua e consentire una buona irrigazione a 34.000 ettari di campi serviti dal Consorzio Adige Euganeo. Per altri 40.000, invece, la distribuzione non avviene con continuità, in quanto non c’è una rete di canali così diffusa e la dotazione di acqua non è sufficiente per darne a tutti. Quindi ci sono zone del Padovano che soffrono moltissimo. Ma, se non pioverà, i guai veri arriveranno prima di metà giugno, perché il livello del fiume si abbasserà e, quando arriverà sotto la quota di 80 metri cubi al secondo, non si potrà più prelevare l’acqua che serve.
Senza le acque del Leb derivate dall’Adige, che nel periodo estivo di massima richiesta raggiungono la portata di 34 metri cubi al secondo, un’ampia area del territorio agricolo del Veneto andrebbe in grave difficoltà in caso di prolungamento del periodo di assenza di precipitazioni. “Gli agricoltori stanno sostenendo già costi elevatissimi per far fronte alla siccità – dice Barbetta -. Parliamo di 150 euro all’ettaro per intervento. E ad oggi gli agricoltori ne hanno già fatti due su mais e grano e alcuni uno anche sulle semine di soia. Tutto questo mentre l’emergenza coronavirus ha causato gravi scombussolamenti sul mercato, con i prezzi dei cereali che stanno scendendo: in grosso calo il prezzo del frumento duro, ma lievi flessioni si registrano anche per frumento tenero, mais e semi di soia”.
Il presidente del consorzio, Michele Zanato, ha chiesto alla Regione Veneto di adeguare le concessioni di prelievo dall’Adige, alla luce dei cambiamenti climatici in corso da alcuni anni. “Le normative sono datate e risalgono a tempi in cui non c’era questa emergenza – riferisce Barbetta -. In periodi come questo, c’è disponibilità di acqua grazie allo scioglimento delle nevi che però, non potendo essere prelevata a causa dei limiti di legge, finisce direttamente in mare. Bisognerebbe invece sfruttare il buon momento per irrigare i campi assetati. Ma servono anche investimenti per rendere disponibile la risorsa idrica a tutte le aziende e per limitare gli sprechi. Di fronte a queste situazioni di prolungati e frequenti periodi siccitosi l’efficienza deve essere massima”.