Con l’allestimento dell’ultimo dei tre campi sperimentali iniziano ufficialmente le prove relative alla seconda annualità 2020 del progetto “TECNICHE AGRONOMICHE INNOVATIVE PER ELEVARE IL CONTENUTO DI SOSTANZA SECCA ED IL GRADO BRIX NEL POMODORO DA INDUSTRIA”, realizzato con la responsabilità scientifica del CREA Orticoltura e Florovivaismo di Pontecagnano, la collaborazione del CREA Agricoltura e Ambiente di Bari, il coordinamento di Italia Ortofrutta – Unione Nazionale ed il co-finanziamento di 11 OP del comparto associate all’Unione (APOPA, AOA, APOC SALERNO, TERRA ORTI, ASSODAUNIA, OP MEDITERRANEO, ORTOFRUTTA SOL SUD, ASPORT, OP FERRARA, AS.I.P.O, APO GARGANO).
L’obiettivo del progetto è quello di migliorare, mediante soluzioni/tecniche innovative (disponibili in commercio e/o derivanti da studi di ricerca pregressa), le caratteristiche tecnologiche (in termini di solidi solubili e solidi totali) della materia prima da avviare alla trasformazione, e di trasferire i risultati alle OP del comparto per aumentare la competitività delle aziende. Oltre che delle attività tecnico-scientifiche e delle attività sperimentali che si stanno realizzando siamo molto soddisfatti del clima di collaborazione e del dialogo che si è instaurato tra il mondo della produzione agricola e quello della ricerca – spiega il Dr. Vincenzo Falconi Direttore di Italia Ortofrutta. Eravamo consapevoli del fatto che i nostri Istituti di ricerca fossero ricchi di professionalità e di persone che fanno con passione il loro lavoro come del resto il mondo delle Organizzazioni dei produttori. Essere riusciti a far lavorare insieme e su obiettivi comuni queste professionalità in un’ottica di trasferimento delle innovazioni è fondamentale per far evolvere e rendere più competitiva la nostra ortofrutticoltura. Va dato atto ancora una volta alla lungimiranza delle norme dell’OCM ed alle Istituzioni che le applicano: riuscire a far dialogare le imprese con la
componente scientifica è un binomio vincente per rimanere competitivi – conclude Falconi.
I risultati preliminari del progetto – annualità 2019
Durante la prima annualità del progetto a valere sulla Misura 4 “Ricerca e produzione sperimentale” dei programmi operativi, spiega il responsabile scientifico Dr. Mario Parisi, si sono ottenuti interessanti risultati preliminari specialmente sui seguenti aspetti:
Riguardo alla prova P1 (Apporti supplementari di potassio per via fogliare, impiego di
antitraspiranti e di biostimolanti), l’effetto sulla qualità del prodotto è stato generalmente modesto, con qualche risultato positivo più evidente su RS e RO, nell’ambiente di Foggia.
La riduzione programmata dell’irrigazione (prova P2) non ha ridotto significativamente la
produzione e, al contempo, ha migliorato tendenzialmente la qualità delle bacche.
Riguardo alla prova di confronto varietale (P3), gli ibridi standard/di riferimento (soprattutto varietà allungate), hanno fornito buone performance con differenze in funzione dell’ambiente di coltivazione, mentre, tra gli ibridi innovativi SV8840TP (per i “tondo/squadrati”) e SV5197TP (per gli “allungati”) si sono particolarmente distinti per qualità e quantità delle produzioni. Una illustrazione preliminare dei risultati è stata effettuata dal Dr. Parisi in occasione della giornata organizzata per celebrare i 50 anni di Italia Ortofrutta (Roma, Hotel Villa Aldrovandi, 12/12/2019), alla presenza della maggioranza delle OP socie di Italia Ortofrutta, di alcuni rappresentanti del MIPAAF e delle Regioni, ed è disponibile sul sito dedicato al progetto e consultabile al link.
Per una versione più dettagliata dei risultati si rimanda alla presentazione altresì disponibile sul sito del progetto a questo link .
Le prove sperimentali previste per l’annualità 2020 Al fine di valutare gli effetti dell’annata di coltivazione sulle tesi in prova, è previsto un secondo anno di sperimentazione con una metodologia ed una dislocazione geografica dei campi quanto più
analoga a quella dell’annualità precedente. Le prove sperimentali verranno condotte, anche quest’anno, su terreni di tre importanti areali di coltivazione del pomodoro da industria: Emilia-Romagna (Ferrara, gestita da OP FERRARA, presso l’Az. Sivieri Dario), Campania (Marigliano-NA, gestita da APOPA, presso l’Az. Tommaso Terracciano) e Puglia (Foggia, loc. Arpinova, gestita da Ortofrutta Sol SUD, presso l’Az. Iacullo Benvenuto Michele).
Da un punto di vista scientifico, in estrema sintesi, verranno svolte le seguenti prove sperimentali:
PROVA 1: Utilizzo di preparati innovativi commerciali: Verranno confrontati una serie di
prodotti così raggruppati: A) apporti supplementari di potassio per via fogliare; B) impiego di antitraspiranti, C) impiego di biostimolanti a base di molecole bioattive, D) impiego di
biostimolanti a base di microorganismi, E) controllo non trattato.
PROVA 2: Modulazione dell’irrigazione. Per due trattamenti irrigui verranno valutati i parametri produttivi e qualitativi del pomodoro, nonché verranno determinate le variabili del bilancio idrico. I trattamenti a confronto saranno A) Irrigazione ordinaria – secondo la normale gestione aziendale;
B) Irrigazione deficitaria – apporti idrici secondo la normale gestione aziendale fino a completa fioritura; successivamente, riduzione dei volumi irrigui al 50% fino a fine ciclo colturale. Sia l’attività 1 che 2 saranno effettuate, per tutti gli ambienti, adottando l’ibrido tondo/squadrato H1534 (Heinz/Furia).
PROVA 3: Confronto varietale. Verranno valutati 5 ibridi a bacca allungata e 5 tondo/squadrati. Per la tipologia “lungo”, nel secondo anno di prova, Taylor e SV5197TP, che hanno fornito nell’anno precedente buone performance quanti-qualitative, verranno confrontati con 3 ibridi innovati e ancora in fase di espansione (Fred, ISI 18205, Solerex). Mentre per il “tondo/squadrato”, i migliori ibridi dell’annata precedente (Heinz1766, Liternum e SV8840TM) saranno posti a confronto con Vulspot e UG 15908, di più recente costituzione.
Il CREA, con il supporto tecnico delle tre OP, effettuerà una serie di rilievi (fenologici,
accrescimento in peso delle piante, contenuto idrico del suolo, consumo idrico della coltura in termini di evapotraspirazione) durante il ciclo colturale, alla raccolta (produzione e sue componenti, difetti merceologici su prodotto maturo, uso efficiente dell’acqua) e sul prodotto maturo (pH, RS, RO e acidità titolabile) allo scopo di evidenziare l’effetto dei trattamenti/soluzioni adottati, sulla produttività e sulle caratteristiche tecnologiche della materia prima.