SAN QUIRICO D’ORCIA (SI) – Un intervento di manutenzione, messa in sicurezza e restauro.
E’ quello previsto dal Comune di San Quirico d’Orcia (Siena) e che sta interessando in queste settimane la ‘ragnaia’ degli Horti Leonini, parco storico monumentale ed esempio di giardino all’italiana nel centro storico di San Quirico. Il progetto, del valore complessivo di circa 188 mila euro, era stato approvato nel febbraio del 2019, dopo una relazione dettagliata del dottore forestale Antonio Gabellini, sullo stato delle piante e le modalità di intervento per preservare il parco.
Un’attività di restauro, sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Siena e Grosseto e che ha tra i suoi obiettivi primari, oltre alla manutenzione del parco, anche e soprattutto quello della sicurezza e dell’incolumità dei visitatori e dei cittadini per scongiurare il rischio di caduta di piante o rami a causa del pessimo stato fitosanitario di alcune di loro.
“Un intervento complesso – spiega il Sindaco Danilo Maramai – e non più rinviabile sia per garantire la sicurezza dei cittadini e dei visitatori che per restituire a San Quirico un giardino ancora più bello entro i prossimi tre anni e soprattutto con piante in perfetto stato di salute. E se nell’immediato, ad un primo impatto, potrà sembrare un ambiente più scarno o diverso da come siamo stati abituati a vederlo, con la ripresa della fase vegetativa le piante torneranno ben presto agli antichi splendori. Nelle prossime settimane il progetto con gli interventi realizzati saranno occasione di incontri con la popolazione”.
UN INTERVENTO COMPLESSO
I lavori di monitoraggio erano iniziati nel dicembre del 2017 e avevano riguardato rilievi tomografici su 377 alberi. La relazione ha individuato il 44% di piante con processi cariogeni su radici, colletto, fusto e rami con diametro medio di 47cm; il 15,7% con xilofagi, un organismo che si nutre di legno, e un diametro medio di 48 cm e il 56% prive di processi cariogeni e un diametro medio di 24 cm.
“I dati rilevati – spiega la relazione – confermano la diffusione dei patogeni in piante e la loro capacità di condizionare sia la fisiologia che la resistenza meccanica del legno delle piante. Quest’ultima risulta sollecitata sia dal peso, anche di porzioni della pianta, che da fattori esterni come il vento, la neve.
La resistenza meccanica del legno è necessaria per garantire la stabilità e quindi impedire la caduta degli alberi. L’incolumità dei frequentatori e la conservazione degli elementi con i quali sono formati gli Horti Leonini, in particolare la ragnaia, è strettamente legato alla presenza di piante sane”.
NELLE MANI DI UN DOTTORE FORESTALE
La parte boscata risulta costituita da 247 alberi che occupano una superficie di 6mila mq. Il diametro medio della porzione del popolamento che forma questo elemento è 32 cm. La superficie media della chioma di ogni albero è quindi pari a circa 24 mq.
Ammettendo che le chiome abbiano la sezione orizzontale di forma circolare, il raggio medio risulterebbe di poco inferiore a 2,80 m. Ovvero una dimensione molto contenuta. Questo comporta quindi chiome compenetrate, asimmetriche, dominate, sbilanciate verso i vialetti o l’esterno.
La densità degli alberi condiziona le dimensioni delle chiome impedendone il regolare sviluppo e agendo negativamente anche sulle loro caratteristiche fisiologiche. Pertanto i lavori di restauro degli Horti Leonini interessano il 14,3% degli abbattimenti urgenti (50 piante) a causa delle pessime condizioni fitosanitarie e la potatura di circa il 60% (220) delle piante censite.
Su 107 piante non sarà realizzato alcun tipo di intervento perché in buona salute. Quando la pianta lo permette, in sostituzione dell’abbattimento, è previsto un severo contenimento della chioma con tagli internodali. Le potature previste sono state sia di contenimento che di rimonda e sono state realizzate con tagli nodali o internodali.