A esattamente un anno di distanza, con le grandinate che si sono abbattute sulla Puglia nel fine settimana, anche il 2020 rischia di essere un anno di raccolti da mandare al macero.
Ciliegie spaccate dalla grandine e buttate a terra dal vento, vigneti falcidiati dal maltempo, ortaggi sott’acqua per l’allagamento dei campi, alberi da frutto con i rami spezzati: la Puglia dell’agricoltura si risveglia con le ossa rotte dopo un fine settimana che, in alcuni casi, è riuscito a spazzare via il lavoro di un anno. La Cia Agricoltori Italiani della Puglia ha seguito quasi in tempo reale, dai suoi profili social, le segnalazioni che tra sabato e domenica sono arrivate ai suoi recapiti. Particolarmente impressionante il video girato da un agricoltore di Ruvo, con le immagini della violenta grandinata che si è abbattuta su un ciliegeto: in poche ore, il video ha raggiunto circa 300mila persone con decine di commenti improntati allo sgomento e allo sconcerto per un’altra calamità arrivata sul territorio come l’ennesima mazzata per le imprese agricole. Impressionanti anche le immagini arrivate da Soleto, nel Salento, con i cumuli di grandine ammassati lungo le strade e i chicchi di ghiaccio a invadere i campi. Pesante anche la situazione nel Foggiano, dove venerdì diversi campi di pomodoro sono diventati dei grandi pantani, con le piante sommerse dall’acqua. Pioggia, grandine e vento, a macchia di leopardo e con incidenze diverse, si sono abbattuti su tutta la Puglia, dalla Capitanata alla Bat, dal Barese alle province di Brindisi, Taranto e Lecce. Si sta verificando nuovamente che fenomeni estremi e opposti tra loro, come la siccità e le gelate, si susseguano in un ristretto lasso di tempo esponendo le differenti colture a shock termici estremamente dannosi sia per le semine e le colture in fase di sviluppo che per i prodotti quasi pronti a essere raccolti sugli alberi e negli orti. Il governo nazionale e l’Europa devono convincersi che, per uscire dal ciclo maledetto degli ultimi 5-6 anni, occorrono riforme radicali, soprattutto per quanto riguarda la facilitazione dell’accesso alle risorse e a un sistema delle assicurazioni calato sulla nuova e drammatica realtà dei cambiamenti climatici. Serve un sistema assicurativo più accessibile anche alle piccole e medie imprese del comparto primario.
Emergenza Covid-19, cambiamenti climatici e prezzi da fame corrisposti ai produttori stanno determinando la morte di centinaia di aziende agricole che non riescono più a stare a galla, anche perché le risorse destinate all’agricoltura arrivano in ritardo e col contagocce, mentre il macigno pesante della burocrazia rende tutto disperatamente lento