Pianificare indennizzi mirati e politiche di innovazione a sostegno di un’agricoltura smart, avere una visione di filiera che contempli le imprese agromeccaniche come soggetti portanti per la diffusione dell’agricoltura digitale 4.0, garantire finanziamenti a lungo termine evitando intralci burocratici.
E ancora: prevedere un tavolo permanente per la meccanizzazione agricola con la partecipazione di tutti i componenti la filiera, per proporre, analizzare, suggerire interventi per una agricoltura competitiva e sostenibile; uniformare al 31 dicembre 2020 le scadenze degli adempimenti come autorizzazioni alla circolazione delle macchine agricole eccezionali, validità dei certificati di abilitazione acquisto fitosanitari, controlli funzionali e tarature delle attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari, corsi professionali di aggiornamento e rinnovo, revisione dei veicoli, rinnovo patenti di guida.
Sono queste le priorità indicate dal vice-presidente della Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani, Sandro Cappellini, nel corso dell’audizione alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
“Bisogna allentare in va definitiva le maglie della burocrazia, favorire l’equiparazione dell’imprenditore agromeccanico all’imprenditore agricolo per sostenere una spinta all’innovazione che non avverrà mai in maniera completa se le imprese con maggiore propensione agli investimenti sono penalizzate”, ha rilevato Cai.
I numeri sono dalla parte del contoterzismo agricolo. Le 18.000 imprese agromeccaniche professionali esistenti, pur essendo poco più dell’1% di quelle operanti in agricoltura, determinano oltre il 30% delle vendite di macchine agricole in termini di fatturato.
La filiera del contoterzismo agricolo in Italia nel 2018 ha raggiunto un valore di 3,12 miliardi di euro, evidenziando una crescita costante (+17,1% rispetto al 2011), della quale hanno beneficiato innanzitutto le aziende agricole.