Si comincia a fare la conta dei danni della grandinata che ha colpito l’altra notte la provincia veronese. E il bilancio è pesante soprattutto per la zona della Valpolicella classica, dove c’è anche chi ha perso il 100 per cento della produzione. Ma danni si registrano anche per le pesche nella zona di Pescantina e per le orticole fuori serra.
“Tutta la zona collinare, dal lago a Monteforte d’Alpone, ha subito danni – sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona – . I danni più forti si registrano nella bassa Valpolicella, cioé la zona classica, che va da Pedemonte a San Pietro Incariano. Sono stati dieci minuti di ghiaccio puro che hanno colpito tralci, foglie e grappoli, con danni mediamente superiori al 50 per cento, anche se si capirà meglio nei prossimi giorni qual è la perdita esatta. I nostri associati ci hanno riferito anche danni sulle varietà di pesche in raccolta, cioè le nettarine precoci, nella zona alta di Pescantina: molti frutti sono caduti a terra, altri sono visibilmente segnati e quindi non più vendibili. In Valdadige danni da vento, anche se meno gravi. È un’annata davvero da dimenticare, il 2020. Prima l’emergenza Covid, che ha danneggiato fortemente il mondo del vino, in particolar modo chi lavorava con il settore Horeca. Adesso si dovranno pure fare i conti con la perdita di produzione, che speriamo risulti comunque contenuta”.
Conferma Francesco Spada, dei viticoltori di Cia – Agricoltori italiani Verona e titolare della cantina Spada di Fumane: “Nella mia zona la grandine ha colpito duro, anche se meno rispetto ad altre aree – riferisce -. Noi infatti a Fumane registriamo un danno che va dal 20 al 30 per cento, mentre nelle zone di Cengia e Pedemonte c’è chi si è trovato i tralci rasati. Questo vuol dire che non solo viene persa la produzione di uva di quest’anno, ma che c’è il rischio che pure quella dell’anno prossimo sia compromessa. La speranza è che ora faccia bel tempo, sia per evitare che proliferino malattie come la peronospera, sia perché possano cicatrizzarsi le ferite dei grappoli e dei tralci. Siamo nella fase post allegagione, il grappolo non è ancora del tutto formato e l’acino è piccolo, quindi può ancora riprendersi perlomeno dal punto di vista qualitativo, visto che comunque parte della quantità sarà perduta”.