“Già oggi possiamo dire che, a distanza di 15 giorni dall’entrata in vigore della norma, circa 24mila donne e uomini, fino a ieri invisibili, avranno diritto al permesso di soggiorno e di lavoro. Migliaia di lavoratrici e lavoratori. Chi afferma che non serve, vuol dire che non ha mai visto cos’è un ghetto dove i lavoratori irregolari sono costretti a vivere in condizioni disumane, e che ha tutto l’interesse a lasciare nella clandestinità e alla mercé della criminalità e del caporalato i lavoratori, italiani e stranieri.
I primi dati ufficiali diffusi oggi dal Ministero dell’Interno evidenziano con sufficiente chiarezza una crescita esponenziale significativa nelle domande che stanno giungendo.
E dimostrano con nettezza che per funzionare come si deve la norma deve essere conosciuta dall’intera platea di lavoratrici e lavoratori a cui si rivolge e devono essere messi in campo tutti gli strumenti necessari, incluse mirate campagne di informazione. La sua riuscita è in capo al Governo che l’ha voluta, allo Stato e alle sue strutture”.
Così la Ministra Teresa Bellanova commenta la pubblicazione, sul sito del Ministero dell’Interno, dei dati relativi alle prime due settimane di attuazione dell’articolo 103 comma 1 del Decreto Legge 34 del 19 maggio 2020.
“Viceversa, e ancora una volta dalla stampa”, prosegue la Ministra Teresa Bellanova, “siamo costretti a registrare ritardi inammissibili e totali incertezze su quella piattaforma mirata all’incrocio domanda e offerta di lavoro per le politiche attive che avrebbe già da tempo dovuto funzionare. E in ogni caso qualsiasi strumento tecnologico produce risultati importanti solo se viene fatto conoscere e funzionare adeguatamente. Se uno strumento esiste, ma nessuno lo sa e lo utilizza, evidentemente c’è più di un problema che va affrontato e risolto”.
“Indipendentemente dal numero delle domande di regolarizzazione e dalla distribuzione sui vari segmenti”, conclude la Ministra, “questo Paese ha bisogno di legalità e di sconfiggere il lavoro nero e clandestino. E questi lavoratori devono essere informati delle possibilità che lo Stato mette a disposizione con questo obiettivo e a salvaguardia della salute di tutti, loro e nostra. Attuare correttamente la norma è responsabilità di tutti”.