Un vero e proprio terremoto, in qualche modo prevedibile ma di certo non in questi termini, quello che sta interessando la Centrale del Latte della Toscana, ovvero il marchio Mukki.
Dopo l’acquisizione dei mesi scorsi, da parte del gruppo Newlat che porterà all’uscita dalla compagine dei soci toscani, ci si avvia alla prossima Assemblea dei soci prevista per sabato prossimo, 27 giugno. Ma alla vigilia di questo appuntamento ci sono state le dimissioni del presidente della Centrale del latte, Paolo Campinoti (patron della Pramac di Casole d’Elsa) che rappresenta l’Area Metropolitana e del membro del Cda Lorenzo Petretto, presidente di Fidi Toscana.
Inoltre la nuova proprietà, rappresentata da Angelo Mastrolia (Newlat) ha contemporaneamente sfiduciato il Cda in carica, che oltre a Campinoti e Petretto, vede figurare il vicepresidente Edoardo Pozzoli, direttore generale di Centrale del Latte d’Italia; Marco Massaccesi, direttore generale di Centrale del Latte della Toscana; Filippo Legnaioli, imprenditore agricolo e vicepresidente Cia Toscana; e Giuseppe Bodrero, direttore amministrativo di Centrale del Latte d’Italia.
Nei mesi scorsi la preoccupazione dell’assessore toscano all’agricoltura Marco Remaschi, perché “Ci sono 60 aziende toscane, in gran parte del Mugello, che conferiscono 300mila litri di latte all’anno a Mukki” aveva detto. Poi l’intervento della Cia Agricoltori Italiani che si era fatta portavoce del ‘taglio’ del prezzo del prezzo del latte (-5 centesimi al litro) imposto dalla nuova proprietà agli allevatori del Mugello e toscani, fino al 31 dicembre 2020.
Il latte toscano della Mukki proviene – almeno fino ad oggi – per il 50 per cento dal Mugello, ed il 50 per cento in prevalenza dalla Maremma e in parte dalla provincia di Siena. Legnaioli, del Cda della Centrale e vicpresiente Cia Toscana Centro e Cia Toscana si era detto “molto preoccupato per la svolta che ha interessato la Mukki”, soprattutto aveva ricordato “per la mancanza di rappresentanti che abbiano un reale collegamento con il territorio e un legame con la filiera produttiva all’interno del CdA è un aspetto che potrà avere forti ripercussioni sull’intero tessuto sociale ed economico del Mugello e del mondo allevatoriale toscano nel suo complesso”.
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