Dopo 21 anni alla guida del Consorzio Nicola Cesare Baldrighi lascia la presidenza dell’ente di tutela del Grana Padana Dop. Lo ha annunciato lui stesso durante l’Assemblea che lo scorso 19 giugno ha nominato il nuovo Consiglio di amministrazione, che all’interno dei 21 eletti vede oggi la categoria dei caseifici produttori contare su 5 nuovi consiglieri, mentre resta invariato a 6 il numero degli stagionatori. L’elezione del nuovo presidente avverrà nelle prossime settimane alla prima riunione del Consiglio. (Leggi chi sono i membri del Cda Grana Padano)
Nel suo ultimo discorso da presidente del Consorzio di tutela, Baldrighi (che è anche presidente di OriGin Italia) ha sottolineato la complessità economica del periodo che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus, ricordando che il “Grana Padano – ha detto – in questo periodo di lockdown, ha comunque limitato le perdite. In Italia nei primi cinque mesi del 2020 i consumi hanno tenuto grazie alle famiglie che hanno recuperato ciò che si è perso nelle vendite fuori casa. Una compensazione che non è stato invece possibile ottenere all’estero e che resta la carta più importante da giocare per collocare la produzione, in special modo in Europa”.
E per far fronte a un periodo difficile, l’Assemblea ha approvato il nuovo Piano produttivo che prevede una riduzione del 3% del numero totale di forme, vale a dire 150mila unità, e un premio per chi resta al di sotto del proprio indice di riferimento. È inoltre prevista la donazione di 70-80 mila forme a enti caritatevoli e l’acquisto di 120mila forme da parte del Consorzio relative a quelle prodotte nel periodo novembre-dicembre 2019 e gennaio-marzo 2020 per portarle a Riserva 20 mesi e a Riserva Gold 24 mesi. In totale, le forme di Grana Padano tolte dal mercato dovranno raggiungere la cifra di 400mila unità nel prossimo anno e mezzo.
“Il 2019 si è chiuso con un bilancio nettamente positivo – ha affermato ancora Baldrighi – La produzione è aumentata del 4,7% e anche se i consumi interni hanno frenato dell’1,3% rispetto al 2018, l’export ha conosciuto un aumento del 4,38% arrivando a una cifra totale di 2.051.125 forme esportate a fronte di una produzione complessiva di 5.164.759”. Un dato emblematico riguarda la crescita produttiva registrata dal 1998 al 2019: + 57%.