L’articolo 2 del Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio afferma che i censimenti dell’agricoltura devono interessare le “unità tecnico-economiche” che svolgano attività agricole ai sensi del regolamento (CE) n. 1893/2006.
Tra le attività che devono essere indagate dagli istituti di statistica non vi sono solo quelle tipiche delle aziende agricole e zootecniche (gruppi A.01.1, A.01.2, A.01.3, A.01.4, A.01.5), ma anche quelle di “mantenimento dei terreni agricoli in buone condizioni agronomiche e ambientali” (gruppo A.01.6). Appartengono a tale gruppo “le attività di supporto alla produzione vegetale” svolte dai contoterzisti agromeccanici.
Alla .luce di ciò, l’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali – UNCAI chiede all’Istituto Nazionale di Statistica, al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia e al ministro delle Politiche agricole e forestali Teresa Bellanova di attivarsi in tal senso e inserire nel Piano generale del 7° Censimento dell’Agricoltura anche le imprese agromeccaniche.
“Leggendo le linee guida del settimo censimento dell’agricoltura, apprendiamo che il questionario da compilare comprenderà informazioni relative alle attività connesse, ossia le attività agromeccaniche svolte dalle aziende agricole in modo accessorio e non prevalente, escludendo chi fa del contoterzismo agromeccanico l’attività prevalente se non esclusiva”, il commento del presidente UNCAI Aproniano Tassinari.
“Un censimento senza agromeccanici non restituirà mai una fotografia veritiera dell’agricoltura italiana, che trova in loro dei professionisti in grado di risolvere numerosi problemi economici, organizzativi e agronomici degli agricoltori. Inoltre i contoterzisti scaricano in campo le ultime tecnologie disponibili sul mercato, pur non avendo accesso a finanziamenti pubblici (se non in parte in Lombardia, grazie all’Albo dei contoterzisti), hanno diritto al gasolio agricolo agevolato, cosa non da poco ai fini statistici, innalzano i livelli di sicurezza sul lavoro e di sicurezza agro-ambientale, sottostando a controlli più stringenti rispetto alle aziende agricole, tengono alta la social reputation del settore. Il tutto con una fiscalità che li penalizza rispetto alle aziende agricole. Studiare, analizzare e divulgare le caratteristiche delle attività agromeccaniche professionali favorirebbe la crescita di tutto il comparto. Perché non farlo?”, conclude Tassinari.