“Il calo delle immatricolazioni di trattori nel primo semestre di quest’anno del 18% su base tendenziale indica è indubbiamente figlio del lockdown per il Covid-19, ma deve essere un campanello d’allarme sul quale riflettere per impostare una politica di visione del sistema agricolo nel suo complesso”.
Così il presidente della Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani, Gianni Dalla Bernardina, commenta i dati diffusi da FederUnacoma e relativi alle immatricolazioni fra gennaio e giugno di quest’anno.
I dati, ricorda Cai, sono preoccupanti: -18% le immatricolazioni delle trattrici, -10,2% le mietitrebbiatrici, -11,5% le trattrici con pianale di carico, -22,6% i rimorchi.
“Fra Nuova Sabatini, bando Inail, misure del Psr – elenca il vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini – le risorse non mancano. Il problema non è dunque legato alla disponibilità di fondi, ma a una visione dell’agricoltura slegato dalla realtà. Oggi le macchine agricole, quanto meno di una certa potenza, sono appannaggio delle imprese agromeccaniche. Servono dunque politiche che da un lato favoriscano alle imprese agricole soluzioni per l’ammodernamento dei mezzi di piccola e media potenza e dall’altro aiuti mirati all’acquisto di mezzi di grande potenza, ormai appannaggio degli agromeccanici professionali”.