Estendere anche ai lavoratori autonomi agricoli l’esonero dei contributi previdenziali del primo semestre 2020, attualmente previsti nel Dl Rilancio per i datori di lavoro relativamente alla manodopera dipendente.
Questa la richiesta di Cia-Agricoltori Italiani, che non ritiene equa la misura messa in campo perché esclude una parte rilevante del mondo imprenditoriale rurale.
Se l’obiettivo è superare le difficoltà economiche generate dal Covid 19 e la ripresa produttiva dei comparti agricoli in crisi definiti dal Dl Rilancio, l’esonero del versamento contributivo deve riguardare anche centinaia di migliaia di lavoratori autonomi agricoli (coltivatori diretti, imprenditori autonomi professionali, coloni e mezzadri), che hanno subìto -in pari misura rispetto ai datori di lavoro- i rilevanti danni economici causati dal blocco delle attività commerciali e hanno, pertanto, bisogno dello stesso supporto concreto e immediato da parte delle istituzioni.
Cia ritiene, dunque, necessario rimodulare la misura, garentendo l’estensione dell’esonero contributivo anche ai lavoratori autonomi agricoli, provvedendo –se necessario- ad una maggiore disponibilità finanziaria. Avendo i lavoratori autonomi agricoli già provveduto al pagamento della prima rata Inps entro il 16 luglio 2020, Cia chiede, dunque, il rimborso delle quote versate oppure la compensazione di futuri adempimenti contributivi.