Siamo un gran popolo di mangiatori di pasta, e questo lo sapevamo; ma siamo anche il primo paese produttore.
Secondo gli ultimi dati dell’International Pasta Organisation, infatti, la produzione mondiale di pasta ha raggiunto, nel 2019, 16,2 milioni di tonnellate. E’ quanto fa sapere Italmopa l’Associazione Industriali Mugnai d’Italia).
L’Italia mantiene saldamente la leadership mondiale con circa 3,51 milioni di tonnellate annualmente prodotte, davanti agli Stati Uniti (2,00 milioni di tonnellate), la Turchia (1,78 milioni di tonnellate), l’Egitto (1,20 milioni di tonnellate), il Brasile (1,11 milioni di tonnellate), la Russia (1,08 milioni di tonnellate), la Nigeria (0,70 milioni di tonnellate) e l’Iran (0,56 milioni di tonnellate). Nella classifica mondiale – e limitandoci ai Paesi aderenti all’Ue – la Germania occupa la 12esima posizione (0,33 milioni di tonnellate), la Francia la 14a posizione (0,24 milioni di tonnellate) e la Spagna la 16a posizione (0,19 milioni di tonnellate).
Per quanto concerne invece i consumi pro-capite, l’Italia, con 23,1 kg, precede la Tunisia (17,0 kg), il Venezuela (12,0 kg) – queste prime tre rappresentate in modo esilarante nella vignetta dell’amico Criminisi – la Grecia (11,4 kg), il Cile (9,5 kg), il Perù (9,3 kg), gli Stati Uniti (8,8 kg) e l’Argentina (8,6 kg). Per quanto concerne gli altri principali Paesi Ue, il consumo pro-capite di pasta si attesta in 8,3 kg in Francia, 7, 9 kg in Germania, 4,2 kg in Polonia, 3,6 kg in Spagna, 3,5 Kg nel Regno Unito.
Sono ormai 54 i Paesi nel mondo in cui il consumo annuale pro-capite di pasta supera 1 kg. Curiosamente l’elenco non comprende quattro (ovvero Cina, India, Indonesia e Pakistan) dei cinque Paesi più popolati e questo lascia intendere che il potenziale di sviluppo del consumo della pasta nel nostro pianeta rimane enorme.