Nel Nord Italia sono state lavorate 2.741.982 tonnellate di pomodoro, circa il 95% di quanto era stato contrattato ad inizio campagna: un ottimo valore considerata la necessità di affrontare alcune anomalie climatiche. E’ quanto emerge dai dati dell’Organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da industria del Nord Italia al termine della campagna 2020 conclusasi in anticipo, già lo scorso 2 di ottobre, rispetto al consueto.
Presidente Rabboni: «C’è molta soddisfazione» «I dati dimostrano – commenta Tiberio Rabboni, presidente dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia – che è stata rispettata la programmazione produttiva che OP (Organizzazioni di Produttori) e Imprese di Trasformazione avevano concordato ad inizio anno in risposta alle esigenze di mercato. Le parti hanno affidato all’Oi la verifica del rispetto degli impegni sia per le superfici – che sono state di 37.071 ettari – che per i quantitativi di materia prima consegnata. C’è molta soddisfazione – aggiunge il presidente – per un risultato in linea con le aspettative contrattuali, nonostante le complicazioni determinate dalle anomalie climatiche di fine luglio a dimostrazione di come la programmazione produttiva, attuata in accordo delle parti, sia a vantaggio di tutti. Si è inoltre dimostrata, ancora una volta, la capacità dalla filiera organizzata nella OI di offrire alle aziende agricole danneggiate dalle anomalie climatiche e da nuove fitopatie, concrete reti protettive di tutela del reddito».
Campagna 2020 La campagna è iniziata nel migliore dei modi, con un’ottima primavera che ha permesso di rispettare i programmi di trapianto. La situazione si è poi complicata per l’andamento climatico che, con il perdurare di alte temperature di fine luglio, ha sottoposto il pomodoro nei campi a condizioni estreme causando la maturazione in contemporanea della materia prima la cui raccolta era programmata su più settimane. L’OI ha prontamente chiesto al Ministero delle Politiche Agricole – in questo poi supportata da OP e Regioni – l’attivazione della misura per la mancata raccolta previsti dall’OCM ortofrutticola per supportare il reddito delle aziende agricole in difficoltà per sovra maturazione. Al termine della ricognizione si attesta che la misura è stata attivata su circa 200 ettari. Anche a causa di questo fenomeno la raccolta si è conclusa precocemente terminando circa una settimana prima rispetto alla media. La produzione in campo è stata caratterizzata da alte rese – 74 tonnellate per ettaro – al confronto di una media quinquennale di circa 70 tonnellate per ettaro. Buona anche la qualità come testimonia il grado Brix di 4,82, superiore alla media. Ottime rese si registrano anche per la coltivazione biologica, grazie ad un andamento meteo climatico che non ha determinato significative problematiche fitosanitarie. A livello nazionale, sommando il dato del Centro-Sud Italia a quello del Nord Italia, si stima una produzione complessiva di circa 5,1 milioni di tonnellate.