Cresce nel biologico il ricorso alle polizze contro i rischi climatici. Nel 2018, la platea bio degli assicurati ha sfiorato le 3.700 unità, con un incremento dell‘89% rispetto al 2016.
E’ quanto emerge dal “Rapporto sulla gestione del rischio nell’agricoltura biologica” – realizzato da ISMEA che per la prima volta propone per un ampio corredo statistico sul tema. I principali indicatori relativi al grado di partecipazione delle aziende biologiche al sistema assicurativo agricolo agevolato appaiono grosso modo in linea con il ruolo del bio nel contesto agricolo generale.
Ad assicurarsi sono realtà produttive con una dimensione media di quasi 19 ettari e con un valore della produzione assicurata di circa 107 mila euro. Oltre al numero delle aziende, è aumentato nel triennio anche il valore assicurato: 395,6 milioni di euro, contro i 196,7 milioni del 2016 (+101%) e di riflesso anche i premi versati alle compagnie (+ 141%), per un ammontare che supera i 31 milioni di euro.
A livello di territori, il Nord registra la più alta incidenza per valori assicurati, con il 69,4%, contro il 17,5% delle regioni centrali e il 13,1% del Mezzogiorno. In posizione di testa è il Veneto, seguito da Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige e Lombardia. La Toscana è la prima regione del Centro Italia, al quinto posto della graduatoria nazionale, mentre la Puglia è la più assicurata tra le regioni del Sud, ma in settima posizione.
Uva da vino, mele e riso concentrano, nel biologico, i più alti valori assicurati, ma numeri di rilievo si registrano anche per pomodori da industria, pere, soia, frumento tenero e mais.
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