In un’annata tutto sommato buona per la castanicoltura italiana (leggi), si prospetta, invece, una stagione negativa per il marrone del Mugello.
Quando siamo nei giorni della raccolta i castanicoltori fanno i conti con un raccolto molto inferiore alla media – sottolinea Cia Toscana Centro -: in un castagneto dove si raccolgono solitamente 10 quintali ad ettaro, infatti, in questi giorni si raccoglie solo 1,5 quintali/ha, con un calo dell’85 per cento. A rischio la produzione 2020 del pregiato Marrone del Mugello IGP, che già ha dovuto scontare annata negative.
«Così – sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro – ci sono anche aziende che hanno deciso di non raccogliere perché non hanno praticamente produzione. Danni gravi sono stati causati principalmente dal cinipide del castagno, una problematica che ha colpito a macchia di leopardo, che ha imperversato soprattutto nell’alto Mugello».
Un altro problema di quest’anno è stato, ed è, l’impossibilità di fare i mercati di vendita diretta a causa dell’emergenza Covid.
«Ormai sono alcuni anni – aggiunge Orlandini – che il settore dei marroni in questa area storicamente vocata vive annate negative. E’ arrivato il momento di pensare ad un sostegno strutturato, soprattutto per chi ha solo questa coltivazione, e progettare nuovi impianti, nuovi sistemi di coltivazione e di potatura».
«Il cinipide nei marroneti del Mugello – spiega Cinzia Gullo della Cia Toscana Centro – produce galle a livello fogliare, nelle gemme e nei fiori del castagno, portando ad una diminuzione della produzione, ad una depauperamento fogliare dell’attività vegetativa e ad un indebolimento complessivo della pianta. In questo periodo di emergenza sanitaria i controlli fitosanitari sono stati fatti ma in modo minore rispetto a quello di cui ci sarebbe stato bisogno, e fare lanci dell’insetto antagonista adesso per contrastare il cinipide potrebbe avere un effetto negativo».
Il cinipide del castagno è un parassita che colpisce le gemme apicali dei castagni riducendone la capacità produttiva, il torymus sinensis è il suo antagonista naturale, utilizzato dalla Regione come metodo di lotta biologica.
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