“Quello che diciamo da tempo è stato documentato molto bene in un servizio andato in onda su una rubrica di Rai Tre.
In sintesi viene denunciato la differenza di prezzo tra prodotti agricoli alla produzione e quelli al consumo, una forbice tanto ampia quanto il valore che si trattiene la grande distribuzione rispetto a ciò che percepiscono i coltivatori”.
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La Gdo espone e vende le nostre eccellenze, portandole sulle tavole dei consumatori italiani e cercando giustamente di calmierare i prezzi, ma non si pone il problema della scarsa remunerazione dei produttori e questo ritengo sia un grave errore strategico – insiste Fini – perché se chiudono le aziende agricole non riuscirà a reperire i prodotti italiani che hanno requisiti qualitativi e di salubrità nettamente superiori ai medesimi prodotti all’estero. Come sempre, poi, sollecitiamo e ci adoperiamo per trovare forme di aggregazione in grado gestire al meglio la produzione, un’arma che potrebbe attenuare la smisurata forbice dei prezzi”. Fini ricorda l’impegno degli agricoltori nel garantire le derrate alimentari durante la pandemia, uno sforzo innegabile anche ad opera della distribuzione che deve ottenere risultati economici in quanto impresa. “Auspichiamo -conclude Fini – che la Gdo commercializzi prodotti nazionali in modo tale da sostenere le imprese agricole, sempre in prima linea durante la pandemia, limitando le vendite sottocosto e, al contrario, che valorizzino le produzioni locali”.
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