“Ci risiamo: come già successo per altri prodotti alimentari a Denominazione di origine e Indicazione geografica protetta, questa volta sono i vini Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia a subire l’usurpazione commerciale di un marchio bulgaro (Bolgarè) chiaramente evocativo, ma che nulla ha a che fare con le nostre eccellenze vitivinicole, riconosciute e tutelate a livello europeo.
Per questo chiediamo l’intervento della Commissione per far cessare l’uso del marchio Bolgarè nell’etichettatura dei vini rossi, a tutela dei nostri consumatori”. Così gli europarlamentari PD Simona Bonafè e Paolo De Castro in un’interrogazione prioritaria presentata oggi a Bruxelles.
“Nel maggio 2017 – ricordano i due eurodeputati – la società bulgara Domaine Boyar, tra i maggiori esportatori di vini bulgari, sia in Europa che negli Stati Uniti, ha depositato domanda di registrazione del marchio ‘Bolgarè’, per vini e bevande alcoliche. Questo marchio è chiaramente evocativo delle Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia, soprattutto da un punto di vista fonetico, finendo per sfruttarne in modo indebito la notorietà sul mercato, visto l’utilizzo di uve comuni a quelle della Dop Bolgheri, come merlot, cabernet e sauvignon”.
“Nonostante l’opposizione presentata dal Consorzio per la tutela dei vini Bolgheri Dop – sottolineano De Castro e Bonafè – l’Ufficio europeo per la proprietà intellettuale ha ritenuto non vi siano ragioni sufficienti per intervenire nei confronti del marchio Bolgarè. Ma il regolamento Ue 1308/2013 protegge le Dop contro qualsiasi usurpazione o, come in questo caso, evocazione della denominazione. Per questo chiediamo alla Commissione Ue di attivarsi per far cessare l’uso del marchio Bolgarè ed evitare che i consumatori possano essere ingannati nelle scelte di acquisto”.
“Ora la palla passa alla Commissione europea – concludono gli europarlamentari PD – che è l’organo deputato a vigilare sulla corretta applicazione dei regolamenti. Non possiamo accettare che alcuni produttori possano infrangere liberamente le norme in vigore nel mercato unico”.
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