E’ scontro aperto in Toscana tra la Soprintendenza di Siena, Arezzo e Grosseto e le organizzazioni del settore forestale italiano. Oggetto del contendere un parere vincolante dell’ente che di fatto blocca la gestione a ceduo dei castagneti del Monte Amiata.
Nel suo parere la Soprintendenza, entrando nel merito della forma di gestione selvicolturale del bosco, ha ritenuto “non auspicabile che si voglia continuare nel governo a ceduo” considerando invece più opportuno il ceduo composto in quanto “tale sistema selvicolturale meglio risponde ad esigenze estetiche, poiché attenua la discontinuità delle chiome, grazie al più elevato numero di matricine rilasciate e alle loro maggiori dimensioni, e si avvicina probabilmente di più al sistema selvicolturale storico di gran parte dei boschi della Toscana, prima della loro massiccia conversione a ceduo iniziata a partire dalle seconda metà del XIX Secolo”.
Una decisione che ha scatenato le ire di ventuno organizzazioni del mondo scientifico, tecnico, operativo, della certificazione della gestione forestale sostenibile e delle popolazioni di montagna, che hanno scritto – ha fatto sapere il CONAF, Consiglio dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali – una lettera ai ministri Teresa Bellanova e Dario Franceschini, oltre che al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
Secondo i firmatari della lettera, il parere “è da considerare profondamente errato nel merito, in quanto non tiene in dovuta considerazione le caratteristiche culturali, ecologiche e socioeconomiche locali. Inoltre, il parere è contrario a quanto definito dalla Convenzione Europea sul Paesaggio, dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e addirittura dal Piano paesaggistico della Regione Toscana, che annovera tra le sue prescrizioni proprio quella di promuovere “un equilibrato e sostenibile utilizzo dei sistemi forestali, con particolare riferimento ai castagneti per paleria dei versanti meridionali e orientali del Monte Amiata e alle utilizzazioni dei querceti collinari”.
“La paleria da vigna – proseguono nella loro lettera i firmatari – uno dei principali prodotti di questi boschi, è tra l’altro alla base di un altro paesaggio locale storico e tutelato, ossia quello delle colline vitate, dove i pali di castagno fungono da tutore delle piante di vite e sono elementi caratterizzanti del paesaggio toscano (e non solo) che le normative europee, nazionali e locali vigenti tutelano e vogliono conservare. Questo parere è considerato estremamente dannoso per le conseguenze interpretative e applicative che può scatenare”.
“Il blocco del ceduo rischia, infatti – conclude la lettera – di innescare processi evolutivi che porterebbero in tempi brevi alla perdita del paesaggio rurale tradizionale dell’area in esame e, proprio in un grave momento di crisi economica a seguito dell’emergenza sanitaria legata al COVID19, di mettere a rischio centinaia di posti di lavoro in aree già di per sé marginali e svantaggiate”.
La lettera è stata firmata da
SISEF – Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia, CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – Centro di ricerca Foreste e Legno, CNR – Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia, CONAF – Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, FEDAFT – Federazione regionale toscana degli Ordini provinciali dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, Fondazione Symbola, PEFC Italia – Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes, Pro Silva Italia, Foresta Modello delle Montagne Fiorentine, Mediterranean Model Forest Network, Comitato Alberitalia, Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare, AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali, CIA – Agricoltori Italiani, Federforeste – Federazione Italiana delle Comunità Forestali, Confagricoltura – Confederazione Generale dell’Agricoltura, CONAIBO – Coordinamento Nazionale delle Imprese Boschive, Compagnia delle Foreste, DREAm Italia.