Peste suina africana. L’intervento del ministro Bellanova al Question Time del 4 novembre 2020
Signor Presidente, onorevoli Senatori,
Da quando ho assunto la responsabilità di Ministra delle politiche agricole, ogni giorno mi sono giunte proteste di imprenditori, cittadini, amministratori locali sui problemi causati dalla eccessiva proliferazione di cinghiali. Problemi noti a tutti, gli stessi da molti anni visto che nessuno ha mai voluto affrontarli seriamente.
L’emergenza si è aggravata nel tempo ed oggi non è più sostenibile. Il nostro Paese e, con esso, una parte importante del Made in Italy agroalimentare, è minacciato dalla Peste suina africana, malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici, con livelli di mortalità del 100% nelle popolazioni colpite.
Esiste infatti un alto rischio di introduzione della PSA “per contiguità”, dal momento che il fronte endemico rappresentato dalle popolazioni di cinghiali infette si sta progressivamente spostando da Est ad Ovest.
Le particolari condizioni di allevamento del suino, la continuità delle popolazioni di cinghiali e il cosiddetto fattore umano hanno rapidamente veicolato l’infezione dalla Federazione Russa all’Ucraina, alla Bielorussia, fino ad arrivare in Polonia, Romania e Slovacchia, Belgio e, da ultimo, in Germania. Che nonostante l’ingente dispiegamento di forze, non è riuscita ancora a mettere sotto controllo la diffusione della malattia.
Per comprendere la gravità, ricordo che la Cina ha immediatamente bloccato le importazioni di suini e di prodotti trasformati a base di carne suina dalla Germania il giorno successivo al ritrovamento dell’infezione.
Per questo, dato il forte rischio di introduzione della PSA in Italia, se pure il problema non è di stretta competenza agricola, in accordo con il Ministro della Salute ho deciso di proporre un decreto-legge per disporre l’adozione di un Piano nazionale, quale sommatoria di piani regionali di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali per prevenire la diffusione della peste suina.
Occorre un’azione decisa, da assumere ora senza attendere l’arrivo dell’infezione: tentare di arginarla quanto è presente è impossibile.
Occorre effettuare un monitoraggio serio delle popolazioni di cinghiali presenti nel nostro Paese, per mettere in atto azioni correttive dove questa presenza rappresenta un pericolo riguardo anche l’incolumità delle persone.
Tra l’altro, l’eccessiva proliferazione di cinghiali rappresenta una grave minaccia anche per la biodiversità, il cui equilibrio è gravemente compromesso in tutte le aree del Paese dove i cinghiali hanno preso il sopravvento.
La bozza di norma che ho proposto non introduce nuove forme di contenimento ma la semplice applicazione, in via preventiva, delle disposizioni già esistenti, con l’obiettivo di ridurre il rischio contagio, impossibile da gestire considerata anche la particolare conformazione del nostro territorio.
Faccio appello al buon senso di tutti, non solo a quest’Aula, perché non si perda forse l’ultima occasione che abbiamo per mettere in atto una decisione saggia, nell’interesse del settore agroalimentare italiano, della nostra economia e di tutti i cittadini.
Grazie
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