“I 4 miliardi di dazi Ue sulle merci Usa non rappresentano una compensazione per i nostri produttori agricoli, sono solo il prolungamento di una lunga battaglia commerciale che noi auspichiamo possa terminare prima possibile con la nuova amministrazione Biden”.
Sono queste le parole di commento del presidente Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, dopo l’esito del braccio di ferro tra Ue e Trump che ha portato alla pubblicazione in Gazzetta della blacklist di prodotti americani colpiti da una maggiorazione delle tariffe doganali. La decisione di Bruxelles segue quella del WTO, che aveva autorizzato l’imposizione di dazi agli Usa da parte dell’Europa, in risposta a quelli in vigore dagli Stati Uniti verso il Vecchio Continente, effetto della politica protezionista dell’attuale inquilino della Casa Bianca.
“La catena di ritorsioni nata dalla vecchia disputa degli aiuti di Stato forniti ad Airbus non riguardava l’agricoltura italiana, che ne è, però, risultata la principale vittima. Le nuove misure adottate ora da Bruxelles – prosegue Scanavino – non risarciscono i produttori agricoli dai danni della stangata americana su eccellenze del Made in Italy come formaggi e salumi”.
Quello americano è il nostro primo mercato extraeuropeo: l’Italia ha spedito nell’ultimo anno 4,7 miliardi di euro di prodotto oltreoceano e il 10% delle esportazioni agroalimentari italiane sono approdate sulle tavole dei consumatori a stelle e strisce. “E’ dunque necessario ripristinare con il nuovo presidente Biden i flussi commerciali preesistenti all’amministrazione Trump e ristabilire un mercato florido per le nostre aziende –spiega Scanavino-, lavorando a livello negoziale per salvaguardare il nostro sistema agroalimentare, già in sofferenza per le conseguenze della pandemia che, a livello globale, ha causato una contrazione del commercio internazionale del 20%, con ripercussioni disastrose nelle aree più svantaggiate del pianeta”.
“I negoziati multilaterali costituiscono l’unica seria alternativa al protezionismo – conclude Scanavino -. Anche quelli che sparavano a zero contro il TTIP, si sono resi conto che accordi commerciali ben gestiti e governati rappresentano un’opportunità da cogliere e sono un messaggio potente contro la preoccupante crescita delle politiche di chiusura commerciale, come quella che si profila dopo Brexit con la Gran Bretagna, rischiando di minacciare seriamente l’export agroalimentare Made in Italy in quel Paese”.