Green Deal Ue, aree interne e formazione, sono queste le grandi sfide, del dopo Covid, che possono guidare agricoltura e agroalimentare verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale attesa da tempo.
A sostenerlo è Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, intervenuta a EIMA Digital Preview 2020 di FederUnacoma, con quattro webinar dedicati al futuro della meccanizzazione quale asset strategico della transizione verde del settore agricolo su scala globale.
Per Agia-Cia, infatti, sono maturi i tempi per fare della crisi socioeconomica scatenata dalla pandemia, un’occasione di crescita del comparto in chiave innovativa, ancor più tenuto conto del ruolo riconosciuto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, a progetti che contemplino investimenti in mezzi e tecnologie per l’agricoltura.
In quest’ambito, sono i giovani a trainare il cambiamento con le imprese agricole italiane under 35 cresciute negli ultimi 5 anni oltre il 15%, fino a quota 60 mila e rappresentando un record in Europa, quasi l’8% sul totale. A guidarle i nativi digitali promotori dell’agricoltura 4.0, che in Italia cresce del 22% su base annua, e protagonisti della sperimentazione sul campo di software gestionali, sistemi di monitoraggio e mappatura, trattamenti con i droni e piattaforme per la tracciabilità alimentare. Sono imprenditori di realtà strutturate e multifunzionali che affrontano il mercato per lo più attraverso la tecnologia.
Inoltre, ricorda Agia-Cia, sono i giovani imprenditori agricoli tra i cittadini più attenti al benessere del pianeta, generazione che ha scoperto il ruolo della sostenibilità crescendo di pari passo con la definizione degli obiettivi dell’Agenda 2030 Onu. Loro, dunque, secondo l’Associazione, ad aver segnato la rotta per un’agricoltura protagonista del Green Deal Ue che fa dell’innovazione meccanica e di processo, come dell’ammodernamento del parco macchine, la chiave di volta per essere più competitivi, ma anche rispettosi dell’ambiente.
Per cogliere appieno la sfida lanciata dall’Europa con le strategie Farm to Fork e Biodiversity, necessario poi, per Agia-Cia, superare il gap tra mondo della scuola e imprenditoria agricola e sanare lo svantaggio delle aree rurali e interne d’Italia sul fronte delle infrastrutture fisiche e digitali.
Realizzare e accelerare la transizione verde e hi-tech dell’agricoltura è, dunque, per i giovani di Agia-Cia non solo urgente, ma anche possibile.
A dimostrarlo, attraverso i webinar proposti a EIMA Digital, è l’attenzione riservata all’associazione da FerdeUnacoma, ma anche la collaborazione per attività di training portate avanti con l’Ente Nazionale per la Meccanizzazione (ENAMA) e la risposta entusiasta della Rete degli Istituti Agrari Senza Frontiere (RIASF) con la quale Agia ha attivato il secondo contest ‘La macchina agricola che vorrei!’. Chiude il cerchio, il ruolo di Agia nel Ceja e il confronto a livello europeo di cui i giovani di Cia si fanno promotori.
“Siamo fieri -ha commentato il presidente di Agia-Cia, Stefano Francia- dello scambio costruttivo con FederUnacoma e degli incontri online realizzati per EIMA Digital coinvolgendo istituzioni ed esperti, mettendo a fattore comune tante interessanti case history. Tutto ciò è parte del nostro contributo affinché si concretizzino progetti innovativi e di sviluppo in ambito agricolo. Il nostro appello è al Governo perché i fondi del Recovery Fund arrivino davvero a incentivare e sostenere i giovani e gli investimenti nella meccanizzazione agricola”.