Trentadue milioni di euro. È il riparto assegnato dal Ministero delle politiche agricole alla regione Veneto per i danni provocati dalla cimice asiatica.
«Una boccata d’ossigeno importante per i nostri produttori – commenta il presidente di Cia Agricoltori Italiani Veneto Gianmichele Passarini – che, se non risolve di tutto i problemi, permette di guardare con cauto ottimismo al futuro».
È da quasi due anni che Cia Veneto conduce una battaglia per alleviare i danni subiti dagli agricoltori: tra il 2018 e il 209 le colture più colpite nel nostro territorio erano state quelli di melo, pero, pesco, nettarine, kiwi.
«Ci trovavamo in una situazione – ricorda Passarini – in cui il danno da cimice asiatica non era assicurabile. Abbiamo incontrato i Prefetti in tutti i capoluoghi, abbiamo chiesto l’apertura dello stato di calamità ai sensi della legge 102, per permettere agli agricoltori di attingere a fondi speciali».
Sembra passato un secolo, ma risale soltanto allo scorso 30 gennaio la grande manifestazione che aveva portato gli agricoltori di Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, sotto la bandiera di Agrinsieme, a manifestare a Ferrara.
Il primo risultato era stato un accordo tra Ministero delle Politiche agricole e ABI per la sospensione dei mutui nelle zone colpite dal flagello della cimice asiatica.
«Sono seguite – aggiunge il presidente di Cia Veneto – trattative con la Regione e con il Governo, con l’obiettivo di chiedere all’UE modifiche alle norme e ai regolamenti comunitari per permettere l’aumento della clausola di salvaguardia per le Organizzazioni di Produttori sino all’80%».
Adesso finalmente arriva lo stanziamento del Ministero, per un totale di 110 milioni di euro (destinato a Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna). Il danno riconosciuto al Veneto era stato di oltre 57 milioni di euro. Il contributo massimo erogabile (calcolato nell’80% del danno riconosciuto) era di 46 milioni di euro.
«L’arrivo di questi 32 milioni – conclude Passarini – offrono un ristoro importante. Non possiamo però abbassare la guardia, continueremo a interessarci alla vicenda, auspicando che nel frattempo la ricerca scientifica sull’uso degli insetti antagonisti porti a buoni risultati».