Un fuoriclasse, frutto solo delle migliori annate.
Un’eccellenza assoluta Made in Italy. Il mito Ferrari nasce da un uomo, Giulio Ferrari, e dal suo sogno di creare in Trentino un vino capace di confrontarsi con i migliori Champagne francesi.
TRENTO – Giulio Ferrari nasce nel 1879 in una benestante famiglia trentina, proprietaria di diversi appezzamenti sia nella parte italiana che in quella tedesca del Tirolo. La vita del giovane Ferrari è un pellegrinaggio nel mondo della viticultura e dell’enologia che parte dall’istituto di San Michele all’Adige, poi Francia, Germania e Tunisia, fino a tornare in Trentino dove nonostante due guerre mondiali, la grave crisi fillosserica di inizio ‘900 riuscirà a produrre vini spumanti di grande qualità a discapito di tutti quelli che sostenevano l’impossibilità di produrne fuori dall’area della Champagne.
Nei primi anni del ‘900 commercializza la Maximum Sec G. Ferrari – Trento Autriche, nel 1937 lo champagne italiano di Ferrari viene premiato a Parigi con il Diplome de Grand Prix: il riconoscimento di maggior prestigio per uno spumante che non proviene dalle cantine della Champagne. La sua politica commerciale è caratterizzata da una scelta che si rivelerà lungimirante: forniture contingentate e prezzi più alti della media. Tra i due conflitti conoscerà quello che diventerà il suo successore, un commerciante di Trento, Bruno Lunelli. La seconda guerra mondiale è alle porte e l’attività si ferma completamente. Nel 1943, per impedire saccheggi fa murare l’ingresso della cantina a Trento, dove sono custodite le bottiglie dei millesimi: 1937, 1938 e 1939. Quando nel 1945 riapre la cantina scopre che la qualità dello spumante, dopo gli anni di invecchiamento, è migliorata: questo segna anche la nascita della prima “riserva” Ferrari. Il tempo passa anche per lui, è un uomo solo, senza una discendenza diretta. Si fanno avanti diversi pretendenti che si propongono per rilevare la sua celebre azienda.
La scelta cadrà su Bruno Lunelli, che decide di impegnare la famiglia in un’operazione rischiosa ed impegnativa sia per i costi sia per le imposizioni di Giulio Ferrari, che richiese di rimanere coordinatore della produzione spumantistica e impose l’acquisto del marchio senza possibilità di cambiamento del nome. Nel 1965, il fondatore muore, le metodiche di preparazione dello spumante sono stabilmente patrimonio della famiglia Lunelli, che produce 60.000 bottiglie all’anno con il marchio Ferrari. Nel 1972 nasce la prima bottiglia della “Riserva del Fondatore” a suggellare il legame ed il sogno di questa grande figura.
E proprio d’oro si veste questo Chardonnay in purezza della “Riserva del fondatore” 1993. Aperto dopo 27 anni, 17 dei quali passati sui lieviti, (degorgement 2010). Il naso si apre su note evolute, una cornucopia ricolma di pasticceria, uva passa, canditi, datteri, miele, croccante, caramello, sostenuti da una bollicina non effervescente, eppure presente, viva. Il vino non ha svolto la fermentazione malolattica, e l’acidità che ne deriva ha un duplice effetto: struttura da vino fermo e freschezza. L’entrata in bocca è piena, ampia, vivace, godibile, i profumi diventano aromi: caramello, zucchero di canna, frutta secca e disidratata. Equilibrio gustativo e persistenza ci salutano con una scia finale di rhum agricolo e vermut. Pan brioche e foie gras, per sfidare i nostri cugini a casa loro. Ma noi sorridiamo e ce lo gustiamo così com’è.