PALERMO – Una produzione inferiore alle attese, con notevoli differenze fra un territorio e l’altro, ma con una qualità in generale più che eccellente, anche grazie a un andamento climatico caratterizzato da poca umidità e temperature stabilmente più alte rispetto alla media.
Questa, in sintesi, la previsione sulla campagna olearia 2020 in Sicilia che stima una leggera flessione sulla produzione delle olive nell’isola ma che, soprattutto per gli aspetti fitosanitari e di integrità del frutto, sembra accreditare una buona qualità diffusa ma con aree di eccellenza più che significative, soprattutto per alcuni territori e alcune cultivar. L’azienda Barbera guarda alla nuova produzione con grande fiducia, nel rispetto degli standard qualitativi degli oli extra vergine d’oliva prodotti e commercializzati dallo storico marchio siciliano. “Abbiamo raccolto prima, con un anticipo anche di due settimane rispetto ai tempi normalmente previsti. Questo anticipo di maturazione è dovuto – spiega Manfredi Barbera, amministratore unico del Gruppo Barbera e consigliere nazionale di Federolio – a specifiche condizioni pedoclimatiche e a un prolungato mantenimento delle temperature sopra le medie stagionali che, soprattutto per le aree costiere della Sicilia, ha determinato anche un frutto più piccolo e concentrato”.
E’ questo il trend che si profila per la campagna olearia 2020 in Sicilia che, nel complesso, si attesta, sulle quantità prodotte, intorno al 80% rispetto all’anno precedente. La Puglia si conferma la prima regione nel panorama produttivo italiano, ma la sorpresa è rappresentata proprio dalla Sicilia che si colloca al secondo posto, con il sorpasso di una storica regione olearia come la Calabria. In particolare, ottimi risultati si registrano nell’agrigentino e nelle zone della Sicilia orientale, con le due DOP Monte Iblei e Monte Etna che segnano quantità e qualità in linea con le attese, mentre il trapanese e, alcune aree del palermitano, registrano un notevole calo della produzione. Nelle zone vocate della tardiva Tonda Iblea – nell’areale compreso tra le campagne di Buccheri e gli altri centri collinari del siracusano e del ragusano – le previsioni produttive lasciano ben sperare. Merito della pioggia che, arrivata al momento giusto, ha inciso positivamente sul processo vegeto-produttivo degli olivi, mentre il caldo notevole registrato in tutta la regione, con medie superiori ai 30° nel periodo estivo, ha garantito una totale assenza della mosca olearia: tali condizioni hanno infatti impedito alle uova della mosca di schiudersi. Ottime previsioni sia in termini qualitativi che quantitativi anche per la Nocellara Etnea, varietà di media maturazione e che, per l’epoca di raccolta, non ha dovuto anticiparla.
Le temperature più alte rispetto alla media stagionale, hanno inoltre garantito una perfetta integrità del frutto, con un processo di maturazione anticipato. Sotto il profilo morfologico le olive sono risultate leggermente più piccole, con una maggiore concentrazione degli apporti polifenolici che hanno enfatizzato le caratteristiche organolettiche delle cultivar autoctone: Nocellara Biancolilla e Cerasuola, fra tutte. La raccolta manuale delle olive è stata anticipata di circa dieci/quindici giorni rispetto al calendario previsto.
Ottimi risultati anche per la Nocellara del Belice: nelle campagne di Castelvetrano, in provincia di Trapani, le ottime previsioni sia in termini di qualità che di quantità si riflettono nelle caratteristiche dell’olio di Nocellara di Premiati Oleifici Barbera che, anche quest’anno, raggiunge picchi di assoluta eccellenza: una cultivar considerata la regina delle olive siciliane e che, insieme alle varietà autoctone Cerasuola e Biancolilla, rappresenta circa l’80% dell’intera produzione dell’azienda.
“Per l’olio italiano – spiega Manfredi Barbera – sarà un anno piuttosto impegnativo con i consumi che, a causa della crisi nel settore della ristorazione, si concentreranno maggiormente nel canale retail, all’interno dei supermercati e nei negozi al dettaglio. Una situazione difficile che comunque non ci trova impreparati, grazie ad una politica di diversificazione che abbiamo messo in campo negli anni precedenti sia nei mercati che nei prodotti, ma anche per quanto concerne i canali di distribuzione. Una strategia che ci ha consentito di registrare un +10% nelle vendite del 2019, segno positivo che riscontriamo anche mesi di ottobre e novembre 2020. Una grande sfida attende l’extravergine italiano che, essendo un prodotto di qualità, si colloca in una fascia di prezzo premium destinata a subire ulteriori rincari, con contraccolpi nei consumi a causa della diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie”.