#SEMINIAMORISPETTO. Anche agricultura.it partecipa, alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Diciamo no ad ogni tipo di violenza sulle donne, oggi, 25 novembre, come in ogni altro giorno dell’anno. Violenza sulle donne, mai!
Un settore, l’agricoltura, che vede il 31 per cento delle aziende agricole guidate da donne.
Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo ne abbiamo parlato con Monica Bettollini, imprenditrice agricola di Montepulciano (produttrice di Aglione della Valdichiana e olio extravergine d’oliva) e presidente di Donne in Campo Toscana, l’associazione femminile della Cia.
Proprio Donne in Campo nazionale ha lanciato oggi la campagna #seminiamorispetto
«Le donne – sottolinea Monica Bettollini –, hanno la grande capacità di rigenerarsi, di rialzarsi superando difficoltà anche drammatiche, nella vita come nella crisi economica, dove hanno dimostrato in questi anni di saper reggere meglio dei colleghi uomini alle fluttuazioni del mercato. E’ doveroso parlarne per sensibilizzare ulteriormente, non solo nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che la politica riconosce e celebra questa capacità femminile di ‘generare’ e di innescare, quindi, la ripresa, del Paese».
Proprio il lavoro resta una delle armi più potenti contro la violenza di genere. «È una risorsa per le donne – aggiunge Bettollini -, il primo elemento per emanciparsi e uscire da una situazione di ricattabilità. In questo senso, l’agricoltura non fa discriminazioni, è inclusiva e, nel dedicarsi alla terra, ognuno ha sempre trovato il proprio ruolo, la propria dignità, la propria capacità di fare».
«Lavorare, fare impresa, significa anche avere quell’autonomia economica, quella capacità decisionale che ci rende forti e ci sottrae a molte violenze. Violenze fisiche di cui si registra il drammatico esito, violenze psicologiche che restano sconosciute e spesso subite senza nessuna consapevolezza».
Ma spesso è il mondo del lavoro che lascia fuori le donne, soprattutto se si parla di giovani e di Sud: «E invece c’è un settore produttivo, l’agricoltura, in cui la presenza femminile si è imposta e continua a crescere soprattutto al Sud».
E nell’anno del Covid l’agricoltura non si è mai fermata, dai mesi del lockdown fino ad oggi, che siamo di nuovo in emergenza. E le donne dell’agricoltura sono state impegnate in prima fila raddoppiando e triplicando gli sforzi.
«Dopo un primo momento di smarrimento – racconta -, ci siamo rimboccate le maniche e affrontato la situazione. Grazie all’utilizzo della tecnologia, come associazione Donne in Campo, ci siamo potute tenere in contatto e confrontarci. Oltre all’azienda da mandare avanti, c’è la famiglia, nel mezzo alla pandemia. Sono nate idee e nuove iniziative per fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale appunto, fornendo servizi a domicilio per le persone costrette a casa, come la spesa con i nostri prodotti agroalimentari, pasti pronti cucinati dalle espertissime agrichef; ma anche tutorial con video ricette realizzati in maniera casalinga direttamente da noi per portare un po’ di simpatia e spensieratezza nelle case degli italiani e perché no, qualche trucchetto in cucina».
Tutto questo con i figli a casa in didattica a distanza, soprattutto per quelle donne che hanno figli piccoli che vanno seguiti passo dopo passo in questo nuovo modo di frequentare la scuola da remoto. Situazione aggravata per chi ha anche genitori anziani da accudire o addirittura nelle Rsa».
La maggiore difficoltà? «Fare tutto questo, lavorare e vendere online, studiare a distanza senza avere una connessione internet adeguata, situazione purtroppo più comune di quanto si possa pensare nelle aree rurali della Toscana. Su questo è necessario intervenire».