“Come Aefi siamo speranzosi che nel 2022 si possa vedere già una discreta ripresa però, una reale normalità nel mondo fieristico arriverà nel 2024 secondo il nostro punto di vista”. Così Maurizio Danese, presidente dell’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane intervenendo ad Effetto Covid, il nostro format in diretta web sul tema delle conseguenze della pandemia sul comparto fieristico italiano.
Presidente, che cosa avete chiesto e cosa avete ricevuto dal Governo in questa fase come azioni di sostegno per traghettare questa crisi? Siete soddisfatti?
In questa fase abbiamo fatto parecchie azioni con il Governo, abbiamo interloquito molto e dopo un inizio in cui le fiere sembravano essere state dimenticate, è notizia di questi giorni che sono arrivati dei fondi e finanziamenti importanti. Tramite il Fondo Simest una dotazione di 150 milioni di euro di finanziamenti che saranno accessibili dal 9 dicembre. Tramite il Mibact è stato creato un fondo di 263 milioni per il ristoro delle spese per le fiere internazionali, e sempre il Mibact aveva attivato un fondo di 20 milioni, 7 dei quali per le fiere poi aumentato di altri 50 milioni che nel decreto Ristori quater è arrivato a 350 milioni. Il tema però su cui ci troviamo in difficoltà è che essendo in Europa siamo in regime di “De minimis”. Ad oggi gli organizzatori fieristici proprietari di una singola manifestazione, pur avendo il problema del de minimis, trovano il ristoro di una buona parte delle perdite con un limite massimo che all’inizio era di 200 milioni poi portato a 800 e adesso sembra si possa arrivare fino a 3 milioni di euro. Per i proprietari di una singola manifestazione è una cifra abbastanza importante, per i grossi proprietari di padiglioni e di manifestazioni l’aiuto di Stato posto al limite massimo di 3 milioni di euro in tre anni non risolve il problema e questo rappresenta un forte pericolo per le nostre fiere. Per questo, AEFI ritiene che i ristori a fondo perduto debbano essere svincolati dai limiti previsti dalle disposizioni in materia di aiuti di Stato (le c.d. regole del “de minimis”), come peraltro affermato dalla stessa Commissione europea. Solo con l’eliminazione del de minimis si potrà infatti avere il ristoro necessario a compensare i danni subiti per il blocco totale dell’attività nonché a ripagare le spese sostenute per adeguare i quartieri ai protocolli di sicurezza.
Quali sono le vostre preoccupazioni in vista del nuovo anno?
Il tema che ci preoccupa di più è che si prevede anche un problema nella prima parte del 2021 a livello europeo. Tutte le fiere sia in Italia che in Europa nel primo trimestre del 2021 sono state spostate e quindi il vero problema è che se ci sarà, e tutti speriamo di no, la terza ondata, sarà un grandissimo problema.
Ci sono città come Milano in cui, a causa del solo blocco delle fiere, mancano 4 milioni di visitatori ma anche Verona, Parma, Bologna, Roma, città in cui manca qualche milione di visitatori. Credo che il danno oltre che per la parte di produzione delle nostre aziende sia anche per le nostre città.