Il patrimonio vitivinicolo italiano è capace di restituirci delle emozioni genuine, che sanno stupire. C’è però bisogno di vignaioli sensibili e capaci di farlo, affinché ogni bottiglia diventi un’esperienza significativa.
Come la cantina Weingut Abraham Siamo ad Appiano sulla Strada del vino (Bz), circondato dal paesaggio collinoso dell’Oltradige, dove i vigneti sono riparati dalle Alpi, ed i venti, Föhn da nord ed Ora del Garda da sud creano un microclima particolarmente felice per la vite.
Le piante sono messe a dimora su suoli morenici, misti a pietrisco vulcanico ricchi di minerali di porfido e quarzo ad altezze che variano dai 250 ai 900 metri sul livello del mare. La filosofia produttiva di questi giovani produttori è fatta di tradizione, passione, consapevolezza di essere custodi di conoscenze e di valori che dovranno essere tramandati e non perdersi. Quindi: conduzione agronomica biologica, concimazioni naturali, al bando ogni prodotto sistemico e chimico, e tanto lavoro in pianta. In cantina si viene ripagati del lavoro svolto, maturazioni perfette, frutti sani, fermentazioni spontanee con lieviti indigeni, e pazienza: lunghi tempi di maturazione in legno ed in bottiglia prima che i vini vengano immessi sul mercato, rossi o bianche che siano.
Ed è proprio un bianco, un Gewurztraminer, icona degli aperitivi di fine anni Novanta ed inizio degli anni Duemila, un vino che divide e fa discutere, come sottolineato dal critico Robert Parker: “Il primo assaggio di un Gewürztraminer provoca inevitabilmente una delle due reazioni: repulsione o culto. La parola meno indicata per descriverlo è leggerezza”.
Eppure questa Upupa Orange (Gewürztraminer 90% – Pinot Bianco 10%) proveniente dal vigneto “In der Lamm” situato a 500 metri s.l.m. ci racconta tutta un’altra idea delle potenzialità di questo vitigno, che può anche essere opulento, che ritroviamo spesso interpretato in versione abboccata e dolce, ma non in questo caso. Al colore si presenta con un bel giallo dorato carico, al naso emerge subito una grande pulizia, una nettezza di aromi dolci ed il ricordo di una spiaggia assolata dove vorrei che i solari avessero queste essenze, mai banali, mai dozzinali, con profumi di frutta gialla, fiori d’arancio, spezie dolci, una complessità suadente, morbida. In bocca è progressivo, con una freschezza non ossessiva, una salinità rotonda di sale e caramello, di sale e spezie dolci. Una buona persistenza ci regala un finale secco, pulito, fine, con ricordi di zafferano su frutta, agrumi e spezie. Dicotomie, contrasti, fusioni.