Lo sviluppo delle energie rinnovabili non può avvenire a spese degli agricoltori, ma deve saper coniugare le esigenze di chi lavora la terra con i nuovi obiettivi europei in materia di fotovoltaico – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito in Italia alla scomparsa del 20% della superficie agricola utilizzabile, mentre l’Agenda 2030 impone una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990. Tra gli obiettivi, c’è quello di soddisfare più della metà della domanda di elettricità grazie alle rinnovabili.
L’installazione di impianti per il fotovoltaico nei campi deve essere oggetto di un’attenta programmazione per evitare di sottrarre estensioni eccessive di terra fertile alle aziende agricole. C’è infatti il rischio che le eventuali perdite causate dai nuovi impianti finiscano per annullarne i benefici – continua Tiso. Anche la terra, se coltivata con metodi agroecologici, è una fonte rinnovabile che fornisce prodotti indispensabili come gli alimenti. Bisogna per questo evitare una corsa incontrollata al fotovoltaico sulla spinta degli incentivi europei, ma inserire lo sviluppo di questa tecnologia in un piano che sappia bilanciare le esigenze di tutti gli operatori.
L’autosufficienza energetica e quella alimentare sono entrambe strategiche per un Paese, così come fondamentale è la tutela del territorio e dell’ambiente. Quest’ultimo è in grado di conservare il suo equilibrio quando l’intervento dell’uomo non altera i suoi naturali meccanismi di funzionamento. Tra le soluzioni a portata di mano c’è quella di privilegiare l’installazione degli impianti fotovoltaici sui tetti e sulle coperture di magazzini e stalle, attraverso incentivi mirati, e di selezionare i terreni non utilizzabili a scopo agricolo.