Per l’ottavo mese consecutivo i prezzi dei beni agricoli primari sono in aumento.
Secondo il Food Price Index della FAO – sottolinea Maurizio Martina, vicedirettore generale della FAO – pubblicato oggi, i prezzi di gennaio 2021 delle commodities alimentari (cereali, oli vegetali, prodotti caseari, carne e zucchero) hanno registrato un aumento medio del 4,3% rispetto a dicembre scorso.
La crescita costante dell’indice è sostenuta da un’impennata dei prezzi in particolare dello zucchero, dei cereali e degli oli vegetali.
Il FAO Cereal Price Index, in particolare, registra una crescita del prezzo del mais del 42,3% rispetto a gennaio 2020 riflettendo sia una produzione complessiva più bassa, sia una diminuzione degli stock (soprattutto statunitensi) a fronte di un significativo aumento della domanda da parte di paesi come la Cina.
Aumenti simili anche per il FAO Vegetable Oil Price Index che ha raggiunto una media di 138,8 punti, il valore più alto da maggio 2012. In questo caso un mix di condizioni climatiche avverse (eccesso di pioggia in alcuni paesi asiatici quali Indonesia e Malesia) e di mancanza di forza lavoro hanno spinto in alto il prezzo dell’olio di palma.
Significativi aumenti anche per lo zucchero: il FAO Sugar price index cresce dell’8,1% rispetto a dicembre 2020 toccando quota 94,2, anche in questo caso il livello più alto da maggio 2017. Infatti i sussidi all’esportazione approvati dall’India non bastano a contrastare le aspettative negative circa una diminuzione della produzione per la stagione 2020/2021 nell’Unione Europea, Russia e Tailandia.
E’ evidente anche da questi numeri che la pandemia sta provocando effetti preoccupanti anche sui sistemi agricoli e alimentari che rischiano di peggiorare le condizioni in particolare dei piccoli e medi produttori e impattare sulla vita di milioni di persone.
Occorre anche per questo discuterne e confrontarsi per riorganizzare e rafforzare gli strumenti multilaterali e cooperativi.
L’agenda internazionale 2021 deve compiere assolutamente questo passo ora, se vuole davvero affrontare le conseguenze che la pandemia sta producendo anche sui sistemi alimentari e sul diritto al cibo di milioni di persone ogni giorno.