BRUXELLES – “Gli obiettivi della ‘Strategia dal campo alla tavola’ dovranno basarsi su valutazioni scientifiche e non ideologiche, per poter garantire un equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale”.
Così Herbert Dorfmann, relatore per la commissione Agricoltura del Parlamento Ue sulla Farm to Fork, e Paolo De Castro, relatore per la commissione Commercio internazionale, durante l’audizione che si è tenuta oggi a Bruxelles, alla presenza di esperti del campo agricolo, alimentare e accademico, tra i quali il vicepresidente del Copa, Massimiliano Giansanti, il presidente di Origin, Claude Vermot-Desroches, e il professor Olivier De Schutter.
“I prodotti agroalimentari dell’Unione europea sono riconosciuti a livello globale per gli elevatissimi standard qualitativi, ambientali e di sicurezza alimentare che i nostri agricoltori e l’intera filiera produttiva rispettano ogni giorno. Non solo – sottolineano i due eurodeputati – il tutto nel pieno rispetto delle normative sul lavoro, e tutelando il nostro territorio”.
Per De Castro e Dorfmann “l’audizione di oggi è stata anche l’occasione per ribadire la nostra contrarietà a sistemi obbligatori di etichettatura, come il Nutriscore francese, che non solo non forniscono informazioni precise ai consumatori, ma ne influenzano le scelte d’acquisto fuorviandoli con indicazioni eccessivamente semplicistiche.
Non possiamo accettare che si vogliano demonizzare prodotti agricoli europei senza ricordarsi che la Dieta mediterranea, riconosciuta come sana in tutto il mondo, si basa anche su un consumo equilibrato di cibi con diversi profili nutrizionali. In questo senso, ci ha fatto piacere il parere negativo espresso anche dai produttori di qualità francesi, che non si riconoscono nelle scelte del proprio governo. Dobbiamo quindi rispettare il nostro territorio e la nostra ricca tradizione alimentare che caratterizza le regioni e gli Stati dell’Unione europea”.
“Non possiamo nasconderci – proseguono i parlamentari S&D e PPE -: gli obiettivi ambiziosi che l’Unione si pone con questa strategia rischiano di pregiudicare la sopravvivenza economica dell’intero comparto agroalimentare europeo, in mancanza di un approccio scientifico che individui obiettivi realizzabili, garantendo al tempo stesso piena convergenza e reciprocità degli standard produttivi per tutti i prodotti agricoli, alimentari e forestali importati nell’Ue. Un approccio ideologico porterebbe infatti a una perdita repentina di produttività, accompagnata da un aumento dei prezzi, che renderebbe i prodotti europei accessibili solo a una élite di consumatori”.
“Per questo – chiedono i due relatori – la Commissione deve presentare al più presto una valutazione dell’impatto cumulativo per ogni target individuato, nonché proposte proporzionali al raggiungimento degli obiettivi, continuando a monitorarne gli effetti sulla competitività delle nostre imprese”.
“Il nostro impegno sarà ora quello di mettere a disposizione dei nostri produttori alternative valide per produrre di più, in modo più sostenibile e con meno input. Su questo versante – concludono De Castro e Dorfmann – esiste un ventaglio di opportunità che vogliamo sfruttare, dallo smart farming alle NBTs, le nuove bio-tecnologie sostenibili”.
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