NEW DEHLI – Un suo tweet che rilanciava un articolo della CNN invitando le persone a prestare attenzione alle proteste dei contadini in India, non era passato inosservato.
Dal suo profilo Rihanna aveva semplicemente scritto “Perché non ne stiamo parlando?” riferendosi indirettamente a come il governo indiano avesse bloccato l’accesso a internet per alcuni giorni in diverse zone intorno alla capitale Nuova Delhi, dove ormai da più di due mesi centinaia di migliaia di contadini sono accampati per protestare contro l’introduzione di tre leggi sulla liberalizzazione del commercio agricolo.
Un tweet che ha scatenato imemdiata la reazione del governo indiano, guidato dal nazionalista Narendra Modi, e dei suoi sostenitori, in un modo che è sembrato abbastanza coordinato e con una forza inusuale.
Il ministro degli esteri indiano ha preso posizione con un comunicato “sui recenti commenti di individui ed entità straniere sulle proteste dei contadini”. Di Rihanna nel comunicato non si parla esplicitamente ma si citano “gruppi di interesse” che hanno provato a mobilitare “il sostegno internazionale contro l’India” e si invita a non cedere alla “tentazione sensazionalistica di hashtag e commenti sui social network, specialmente quando vengono usati da celebrità o altri”.
Anche il ministro degli Interni indiano, Amit Shah, ha condiviso il comunicato, dicendo che la “propaganda” non può decidere il destino dell’India, “solo il progresso può farlo”. Sulla rete sono stati lanciati gli hashtag #IndiaAgainstPropaganda (India contro la propaganda) e #IndiaTogether (India insieme).