ROMA – Sono stati oltre 444.000 i quintali certificati di sementi di riso nel 2020. Valore mai così elevato registrato negli ultimi 7 anni, con un ottimo coefficiente di utilizzo di semente certificata pari a 1,62, in linea con quello del 2019.
Si può ipotizzare, infatti, che il seme aziendale sia riutilizzato nel 20/25% dei casi. Questo è quanto emerge oggi, in occasione della consueta riunione annuale sulla Certificazione delle sementi di riso e attività sperimentale – Campagna 2020-21, che il CREA, Difesa e Certificazione, organizza da oltre 40 anni in collaborazione con l’Ente Nazionale Risi.
Il dato da sottolineare riguarda le superfici certificate, che ammontano a 9.800 ettari, circa 200 ettari in meno rispetto all’anno precedente, elemento che non comprometterà però i quantitativi certificabili nell’attuale campagna di semina.
Analisi dei diversi gruppi varietali
Il gruppo tondo rappresenta circa il 30% delle superfici approvate e le principali varietà sono Selenio, Centauro, Sole CL e Terra CL, mentre il gruppo medio costituisce il 3,5% con Vialone nano. Per quanto riguarda le varietà del gruppo Lungo A, quelle da parboiled sono poco meno del 20% , Ronaldo, Leonardo, Dardo e Luna CL come principali varietà, mentre quelle da interno rappresentano il 32% e tra le varietà si osserva l’ascesa di Cammeo, CL388 e Barone CL, e il calo Volano, Baldo e Carnaroli. Il gruppo Lungo B, infine, segna un drastico calo, circa 800 ettari in meno rispetto allo scorso anno.
«Esaminando i dati della campagna di certificazione mi preme segnalare – ha dichiarato Luigi Tamborini, ricercatore del CREA Difesa e Certificazione – l’aumento delle superfici, e di conseguenza della produzione di sementi, di varietà con tecnologia Clearfield, (ovvero con resistenza ad uno specifico diserbante totale, oltre il 40 % del totale delle superfici certificate nel 2020), la riduzione delle varietà a pericarpo colorato (da consumarsi come integrali) e la riduzione delle varietà con superfici importanti (oltre i 200 ettari) certificate: il 70 % della produzione è rappresentato da solo 20 varietà (a fronte delle oltre 130 certificate)».
Molteplici ed interessanti, inoltre, le attività di ricerca – presentate durante l’incontro – sviluppate dal CREA Difesa e Certificazione. In particolar modo, si tratta principalmente della caratterizzazione delle varietà di riso italiane, con specifica attenzione alla produttività e alla resistenza alla principale fitopatologia della coltura, il brusone del riso. Infine, si è discusso della verifica, in agricoltura biologica, dell’efficacia di alcuni composti derivati da oli essenziali utilizzati per la concia delle sementi (applicazione sulla semente di prodotti autorizzati per contrastare patogeni e parassiti durante la germinazione e i primi stadi di sviluppo della pianta). Un significativo passo avanti nell’individuare nuove sostanze utili al risanamento delle sementi, ammissibili in conformità al disciplinare di produzione biologica.