VERONA – Vino e carni rosse nel mirino della Commissione europea e del suo ‘Piano per battere il cancro’, non solo sul fronte delle etichette e delle accise ma anche nel capitolo promozione, che ora è a forte rischio riforma e che per il solo vino vale in Italia circa 100 milioni di euro di contributi l’anno per le azioni nei Paesi terzi, a cui si aggiungono i fondi per lo sviluppo rurale.
La conferma arriva in una risposta scritta dell’istituzione europea a una domanda posta da L’informatore Agrario, riportata in un focus del settimanale in uscita oggi: “La Commissione riesaminerà la sua politica di promozione – ha affermato -, con meno alimenti legati ai rischi di cancro e più frutta e verdura. E in tale contesto la Commissione esaminerà anche la sua politica di promozione delle bevande alcoliche”.
E se per il vino non bastano le parziali rassicurazioni del vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, per le carni rosse e i salumi la situazione è altrettanto allarmante. Nel piano è infatti previsto che, nell’ambito della revisione della politica di promozione dei prodotti agricoli, l’obiettivo è “migliorare il contributo alla produzione e al consumo sostenibili, in linea con il passaggio a una dieta con più frutta e verdura, con meno carne rossa e lavorata e altri alimenti legati al rischio di cancro”.
Sulle etichette del vino, immediata la reazione di Ignacio Recarte, segretario generale della Ceev, la Confederazione europea dei produttori di vino: “Se la Commissione proporrà messaggi per invitare a un consumo moderato, noi lo facciamo da anni e lo faremo sempre di più – ha spiegato -, se invece si vuole scrivere in etichetta ‘Nuoce gravemente alla salute’, come con le sigarette, allora abbiamo un problema”.
Già oggi la Commissione ha un potere notevole nell’indicare le priorità dei prodotti da promuovere nelle campagne di promozione che sostiene; un potere che esercita – sottolinea Angelo Di Mambro, collaboratore de L’Informatore Agrario da Bruxelles – attraverso il programma di lavoro che ogni anno sottopone agli Stati membri.