PADOVA – Nuova scorribanda dei cinghiali nei campi della località Le Vallette, tra i Comuni di Este e Ospedaletto Euganeo.
Stavolta gli ungulati hanno colpito i terreni di Giovanni Tosi, agricoltore che coltiva grano, mais e soia su un’ottantina di ettari di campi in Comune di Este. A farne le spese sono state le piantine ancora verdi di grano tenero, seminate in novembre. I danni sono di parecchie migliaia di euro.
“I cinghiali sono usciti l’altra notte e hanno fatto un disastro sul campo di grano – racconta -. L’anno scorso lì c’era il mais e loro, sentendo l’odore, sono andati a cercare i vecchi chicchi. Hanno così scavato enormi buche, anche di 40 centimetri, e devastato almeno due ettari di piantine di grano di prima scelta, alte 20 centimetri.
Lì purtroppo non crescerà più niente e inoltre, essendosi formate tante montagnole, dovremo andare a chiudere tutte le buche e ripianare il terreno, altrimenti quest’estate non riusciremo neanche a passare con trattori e macchinari”.
Giovanni Tosi aveva avuto danni anche l’anno scorso, ma al mais. “Non sappiamo più come difenderci – si dispera -. Noi siamo vicini al boschetto delle Vallette, però per duecento metri siamo fuori dall’area del Parco dei Colli Euganei, e perciò nessuno ci tutela.
Ho parlato con la Polizia provinciale, ma mi hanno detto che hanno otto agenti in tutta la provincia di Padova e non possono mandarli fuori di notte per i cinghiali. Ci vorrebbero battute di caccia notturne o la possibilità di consentire la caccia ai volontari per arginare gli attacchi di queste bestie, che pesano anche un quintale.
Come faremo a seminare il mais, se continueranno queste scorribande? Gli indennizzi arrivano, ma coprono sempre una piccola parte dei danni”.
Gli agricoltori della zona sono stanchi di subire devastazioni e hanno annunciato di essere pronti a una class action per chiedere i danni causati dai cinghiali se non otterranno una rapida e concreta risposta da parte della Regione Veneto e della Provincia di Padova.
“Siamo in una fase di stallo, che ha portato alla proliferazione di esemplari in zona esterna al Parco – sottolinea Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova –. Le carenze di personale delle Province o della Città metropolitana di Venezia o le problematiche di carattere operativo e organizzativo da parte degli enti competenti non possono più essere una giustificazione.
Non accetteremo più rimpalli di competenze, né scuse: o si trova una soluzione, o le nostre aziende agiranno per vie legali al fine di ottenere l’integrale risarcimento del danno subito”.