ROMA – Si è concluso questa mattina l’evento nazionale di presentazione di “Caring for soil is caring for life” la missione di Horizon Europe proposta dal Mission Board Soil Health and Food.
Organizzato dal Ministero dell’Università e della Ricerca in collaborazione con APRE (Agenzia della Promozione della Ricerca Europea), Santa Chiara Lab–Università di Siena e Fondazione Re Soil, l’evento, con oltre 1300 iscritti, ha visto la partecipazione di un nutrito panel di esperti, enti e istituzioni. Un primo incontro finalizzato non solo a creare consapevolezza sugli obiettivi e gli sviluppi della Missione, ma a iniziare un dialogo, un percorso di confronto diretto tra gli attori nazionali interessati alla salvaguardia e alla rigenerazione del suolo, con la proposta di azioni e soluzioni concrete (https://www.versohorizoneurope.it/event/caring-for-soil-is-caring-for-life/).
Obiettivo della Mission Board Soil Health and Food è contrastare il progressivo impoverimento e degrado del suolo che sta mettendo seriamente a rischio la salute dei cittadini in tutta Europa e garantire, entro il 2030, il 75% dei terreni europei sano e in grado di fornire servizi ecosistemici essenziali come la fornitura di cibo, sostenere la biodiversità, immagazzinare e regolare il flusso di acqua o mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca: “Il Ministero dell’Università e della Ricerca sostiene lo strumento delle mission, in quanto mezzo efficace e trasversale di ricerca, innovazione e divulgazione, oltre che di unione tra scienziati, imprese e cittadini. In particolare il Ministero intende valorizzare la Mission Soil Health and Food che ha l’obiettivo ambizioso di risolvere una delle grandi sfide che oggi ci troviamo ad affrontare: la salute del suolo e del cibo. Per questi motivi, con il Piano nazionale delle ricerche (PNR) e il Recovery Plan potremo rafforzare lo sforzo della Mission per salvaguardare il pianeta e le generazioni future”.
Antonio Parenti, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea: “La salute del suolo sta assumendo un ruolo centrale in molte politiche, in modo particolare nell’ambito del Green Deal Europeo e delle strategie ad esso correlate: biodiversità, dal produttore al consumatore (Farm to Fork), patto europeo per il clima e strategie di adattamento. La Missione è uno strumento potente che incoraggia i cambiamenti. Dobbiamo impegnarci tutti e con tutti gli attori del processo: agricoltori, silvicoltori, aziende alimentari, rivenditori, ricercatori, pianificatori urbani e consumatori perché solo unendo le forze a tutti i livelli saremo in grado di vincere la sfida”.
Marco Falzetti, Direttore APRE: “Tra tutti gli elementi che il nuovo programma Horizon Europe ha introdotto, le missioni sono sicuramente tra quelle che meglio si accostano al termine novità. La focalizzazione su cinque grandi sfide di rilevanza strategica (Cancro, Clima, Oceani, Città intelligenti, Suolo) sono stati i temi strategici che la Commissione ha proposto e sui quali intende concentrare un’azione coordinata fortemente basata su ricerca ed innovazione, ma non solo, con l’obiettivo di dare concrete risposte su quei fronti. Ma il vero cambio di passo introdotto con le missioni è la volontà di ribaltare la prospettiva mettendo al centro di queste sfide non solo le comunità scientifiche di riferimento, ma soprattutto i non addetti ai lavori che sono i veri beneficiari finali dei risultati che si vogliono raggiungere. La missione diventa quindi una sfida ambiziosa fortemente comunicata e condivisa con il grande pubblico che vede nella chiarezza degli obiettivi e delle tempistiche del loro raggiungimento i suoi tratti essenziali”.
Angelo Riccaboni, rappresentante nazionale della Mission Soil Health and Food e Presidente del Santa Chiara Lab – Università di Siena: “Anche in Italia, come nel resto d’Europa, la salute del suolo è a rischio, minacciando le risorse naturali, le produzioni agro-alimentari e il benessere delle persone. Per ristabilire la salubrità dei terreni la Mission Soil Health and Food definisce delle chiare linee d’azione. In linea con tali indirizzi, anche nel nostro Paese saranno promossi i Living Lab e i Lighthouses, luoghi dove i processi di ricerca e innovazione sono integrati nelle comunità e in contesti di vita reale, mediante processi di co-creazione di conoscenza, con l’apporto di ricercatori, educatori, cittadini, insieme a imprenditori, agricoltori, gestori del paesaggio, e investitori. Saranno inoltre promossi una rigorosa attività di ricerca e innovazione sulla salute del suolo, l’affinamento degli indicatori per il monitoraggio e il coinvolgimento dei cittadini, a partire da quelli più giovani. Tale concretezza sarà fondamentale per raggiungere l’ambizioso obiettivo di risanare il 75% dei nostri suoli”.
Catia Bastioli, membro del Mission Board Soil Health and Food: “Il suolo è una risorsa fondamentale per supportare la fornitura di servizi ecosistemici essenziali per cibo, persone, natura e clima. Tuttavia, è sempre più a rischio a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti del cambiamento climatico. L’obiettivo della Mission è che entro il 2030, almeno il 75% di tutti i suoli in ciascuno Stato Membro dell’UE sia sano o mostri un miglioramento significativo. La cooperazione tra i settori e l’impegno dei cittadini dovranno essere al centro della Mission. Lighthouse e livinglabs saranno strumenti essenziali di questo approccio, in cui ricercatori, aziende e cittadini lavoreranno insieme per creare conoscenza e progettare e testare buone pratiche e diffondendo soluzioni innovative. La salute del suolo è un obiettivo trasversale a molte strategie europee ed è fondamentale per raggiungere gli ambiziosi target del Green Deal. In questo scenario la bioeconomia circolare, che vede nel suolo il suo punto di partenza e di arrivo, rappresenta uno strumento essenziale per invertire la rotta della degradazione del suolo, creando valore nei territori”.
Massimo Iannetta, Delegato Nazionale Cluster 6 Horizon Europe: “Alla luce di quanto emerso in occasione dell’evento di lancio della Mission Soil Health and Food, occorre sottolineare l’enorme sforzo fatto dalla Commissione Europea nell’avviare un percorso indirizzato ad affrontare, tutti insieme, una delle più grandi emergenze del XXI secolo. Sarà decisivo l’impegno a livello nazionale, regionale e locale affinché ognuno faccia la sua parte nel perseguimento degli ambiziosi obiettivi della Mission, creando sinergie e convergenze di interessi tra tutti gli operatori coinvolti e nel mettere a sistema gli strumenti e le risorse disponibili”.
Giuseppe Corti, presidente Società Italiana di Pedologia: “In molte aree di Italia si perde 1 cm di suolo all’anno; si tratta del suolo più fertile che poi va in mare dove provoca l’eutrofizzazione e l’inquinamento delle acque. Di fronte a tutto ciò occorre aumentare la ricerca sul campo all’ennesima potenza, sviluppare filiere produttive per il disinquinamento e mentre disinquiniamo essere in grado di produrre prodotti no-food e gli scarti che da essi derivano”.
Michele Munafò, delegato ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: “Il nostro territorio è fortemente impermeabilizzato, quasi il doppio della media europea. Dal 2012 abbiamo iniziato a conteggiare tutto quello che abbiamo perso: in termini di consumo di suolo abbiamo perso la possibilità di produrre cibo per 3,7 milioni di quintali, abbiamo perso la possibilità di stoccare il carbonio 2 milioni di tonnellate di carbonio, la capacità di regolare il ciclo idrologico, con un danno economico stimato in 3 mld di euro all’anno. Abbiamo molto da fare, perché gli scenari che abbiamo provato a costruire non sono positivi e rassicuranti. Il consumo di suolo è una delle minacce che porta a degradare il territorio”.
Luca Mercalli, Presidente Società Meteorologica Italiana: “Già 15 anni fa si parlava del bisogno impellente di porre fine al degrado del suolo, soprattutto alla cementificazione, e siamo ancora qui solo a parlarne. Da un lato c’è il mondo dei buoni propositi, delle strategie, degli studi, dall’altro fuori ci sono le ruspe che stanno divorando due metri quadri di terreno al secondo e premono sull’acceleratore senza curarsi delle richieste della scienza. Ci sono città che vogliono costruire ospedali in terreni agricoli di classe due, anziché utilizzare edifici dismessi; nuovi poli logistici sulle risaie padane, nuove autostrade, nuove aree commerciali. La ricerca è importante, ma non basta. Quello che dobbiamo sapere è già noto, il suolo va difeso subito, perché la sua perdita è irreversibile: una legge sul consumo di suolo deve essere approvata il prima possibile”.
Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura Nazionale: “Quale agricoltore non è interessato a mantenere la ricchezza dei propri terreni e della loro fertilità? L’agricoltura avrà due fondamentali compiti: da una parte continuare a produrre beni primari per l’alimentazione delle persone e dall’altra avrà la sua centralità per la bioeconomia circolare. Scienza e ricerca dovranno essere fondamentali per garantire un aumento delle produzioni e la riduzione degli input. L’agricoltura dovrà coniugare la preservazione delle risorse naturali, aumentare la sua capacità di innovazione e ricerca e di soluzioni applicate all’agricoltura. Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non ci può essere una contrapposizione tra agricoltura e ambiente”.
Alessandro Apolito, dirigente Coldiretti: “Crediamo sia necessario rigenerare e investire sulla difesa del suolo fertile che è il nostro strumento di lavoro. Come agricoltori vogliamo contribuire alla transizione ecologica disegnata dall’Europa, anche attraverso il Recovery Plan, rendendo sempre più sostenibili le nostre imprese e le loro azioni ma abbiamo bisogno di una ricerca che sappia essere vicina e collegata alle esigenze delle imprese e nostra alleata nella sfida alla crisi climatica”
Adele Muscolo, Alternate del Rappresentante Nazionale: “Non c’è ancora una cultura del suolo nonostante i tanti interventi di sensibilizzazione a livelli differenti. Noi proponiamo un approccio bottom up, dalla scuola primaria alla scuola secondaria. Gli studenti vanno formati perché loro saranno gli operatori e gli educatori del domani. Ci stiamo attivando per promuovere modelli formativi in cui gli studenti saranno gli attori principali. I ragazzi andranno in azienda e in campo e impareranno cosa potranno fare per il suolo. Il progetto sarà esteso anche alle scuole medie secondarie, dove verranno trattati temi come il legame tra cibo, suolo e ambiente.
Debora Fino, Presidente di Re Soil Foundation:“La Fondazione Re Soil, Promossa dall’Università di Bologna, Coldiretti, Novamont e Politecnico di Torino, nasce con l’obiettivo di connettere le conoscenze scientifiche, tecnologiche, ambientali ed umanistiche per diventare punto d’incontro per le diverse realtà italiane ed europee che si dedicano al tema del suolo. Per contribuire al raggiungimento del target proposto dalla Mission Soil Health and Food, ReSoil Foundation si occuperà di supportare la promozione di standard elevati per la salute e la fertilità dei suoli e di sistemi di monitoraggio; rafforzare il legame tra agricoltura e ricerca attraverso la diffusione di “lighthouse farm” e di casi di eccellenza di agricoltura biologica e rigenerativa; connettere i progetti dedicati alla tutela del suolo alla bioeconomia e promuovere lo sviluppo di sistemi virtuosi di raccolta e trattamento del rifiuto organico per riportare sostanza organica in suolo. Educazione e formazione delle nuove generazioni e della società civile saranno al centro delle progettualità in via di sviluppo”.
Cristiana Tozzi, Santa Chiara Lab – Università di Siena: “Il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi della Mission Soil Health & Food richiede il contributo degli innovatori, delle imprese, degli studenti, delle istituzioni e dei cittadini di tutto il Paese. Il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena si pone a loro servizio divulgando gli obiettivi e le azioni della Missione, valorizzando le iniziative organizzate in Italia e sostenendo le strutture impegnate nella co-creazione della conoscenza e della sperimentazione in materia di suolo e sistemi agroalimentari sostenibili. Metterà inoltre a disposizione un Osservatorio di Buone Pratiche, Prima Observatory on Innovation (POI), una piattaforma digitale che già ospita oltre 50 buone pratiche aziendali e 100 progetti di ricerca e innovazione sostenibili e in grado di contribuire alla salubrità del suolo”.
Info:
Mission area: Soil health and food
Caring for soil is caring for life