ROMA – “E’ con grande soddisfazione che accogliamo lo stanziamento di 15 milioni di euro deliberato dalla Regione Lazio, che consentirà un ulteriore scorrimento della graduatoria dei giovani agricoltori”.
Così Danilo Scenna, delegato di Coldiretti Giovani Impresa Lazio, commenta lo stanziamento, proveniente dal Fondo di Coesione Sociale, per la misura 6.1 del Programma di Sviluppo Rurale, che consentirà l’avviamento aziendale a 215 giovani agricoltori.
Sale così ad un numero complessivo di 1748 start up, se si considerano i 626 nuovi giovani agricoltori che hanno usufruito dei fondi del Programma di Sviluppo Rurale del Lazio 2014-2020. A cui se ne sono aggiunti altri 1122 con il primo bando del 2016.
Ora con lo stanziamento di 15 milioni di euro i giovani agricoltori potranno beneficiare di 70 mila euro a fondo perduto.
“Un aiuto concreto a tanti giovani che hanno deciso di restare e investire le loro energie in questo settore – aggiunge Scenna – in un periodo di grande difficolta per le aziende agricole, vessate dalla crisi determinata dall’emergenza sanitaria e da tutte le restrizione imposte per contenere la diffusione dei contagi da Covid-19. Una fucina di talenti che hanno avuto il coraggio di lanciarsi in questa sfida, spesso senza avere una realtà imprenditoriale familiare alle spalle, in una fase delicata come questa”.
Nel Lazio si registra una crescita del 10 per cento negli ultimi cinque anni del numero dei giovani in agricoltura. Attualmente sono oltre 1500 le aziende guidate da under 35 nella Regione e più di 950 solo a Roma e provincia.
“Dati che ci fanno ben sperare – conclude Scenna – sarebbe un peccato perdere l’apporto che i giovani, con il loro entusiasmo e la sperimentazione delle nuove tecnologie, anche di tipo informatico, applicate all’agricoltura, possono dare al settore. Non bisogna sottovalutare che sette imprese under 35 su dieci, operano in attività multifunzionali, che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la produzione di energie rinnovabili. E’ un dato che deve far riflettere nella programmazione strategica di questo settore”.