ROMA – “Promuovere e valorizzare l’imprenditoria femminile in agricoltura significa sostenere lo sviluppo del Paese dal punto di vista produttivo, ma anche sociale e umano, dal momento che ancora molto resta da fare per raggiungere la parità e l’uguaglianza di genere.
Le aziende femminili, inoltre, sono le più impegnate nella sicurezza alimentare, nel biologico, nella custodia della biodiversità, nella tutela del paesaggio e del territorio: in sostanza la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione sostenibile.
Numeri alla mano, le imprenditrici agricole rappresentano il 31% del totale, con una percentuale che resiste alla crisi, mantenendosi costante dal 2010 e risultando superiore a quella degli altri settori produttivi”.
Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Comagri Camera nell’ambito dell’esame della PdL sulla disciplina dell’agricoltura multifunzionale e la promozione dell’imprenditoria e del lavoro femminile nel settore agricolo.
Innovazione e multifunzionalità
“Le imprenditrici agricole hanno naturale propensione all’innovazione e alla multifunzionalità e capacità di saper leggere i cambiamenti economici e sociali che caratterizzano il contesto rurale”, ha osservato il Coordinamento, suggerendo a tal proposito la costituzione di un Ufficio permanente al Mipaaf che, in accordo con gli enti preposti, si occupi espressamente di promuovere le competenze imprenditoriali delle donne.
“Parallelamente – ha proseguito Agrinsieme – reiteriamo la richiesta di ricostituire un Osservatorio nazionale per l’imprenditoria e il lavoro femminile in agricoltura, così da poter contare su di uno specifico organismo che si occupi di valorizzare e salvaguardare il ruolo delle imprenditrici agricole nel settore primario, come proposto e ottenuto in occasione della Giornata europea dell’agricoltrice del lontano 1996, mettendo a disposizione innanzitutto dati certi, ma anche normative, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti e al credito, informazioni sulla pubblicazione di bandi, soluzioni per eventuali problemi procedurali e un punto di contatto con i competenti uffici delle regioni”.
“E’ molto sentita, infatti, la necessità di avere politiche che promuovano le competenze imprenditoriali delle donne, garantendo al contempo una maggiore formazione professionale e l’istruzione continua, fornendo altresì una maggiore consulenza finanziaria finalizzata a un miglioramento della qualità e a uno sviluppo sostenibile delle aree rurali; tali esigenze dovranno tradursi in provvedimenti legislativi adeguati che gettino le basi delle linee di intervento delle future politiche di sviluppo rurale e strutturali”, ha concluso il coordinamento di Agrinsieme.