SAN MICHELE ALL’ADIGE (TN) – E’ provocata da un batterio, Erwinia amylovora, e si manifesta con foglie e germogli che appassiscono e arrossano conferendo alla pianta un aspetto bruciato, come colpito da una fiammata.
A fronte di sintomi riconducibili al colpo di fuoco batterico, una delle più gravi e pericolose malattie infettive delle pomacee, la soluzione è l’estirpo o l’asportazione delle parti colpite.
Lo scorso anno il colpo di fuoco si è manifestato con una certa gravità
600 casi in Trentino e la zona più colpita è stata Valsugana, Caldonazzo in particolare, con il 90 per cento di piante coinvolte. Per il 2021 proseguiranno controlli e monitoraggi della FEM che si avvarrà di un metodo previsionale per calcolare il rischio di infezione.
Il tema è stato affrontato in un incontro tecnico in diretta youtube (link) seguito da 120 operatori tra frutticoltori e tecnici. La diretta ha messo in luce gli aspetti tecnici, sperimentali e normativi di questa grave infezione. Accanto agli esperti FEM, sono intervenuti anche l’Ufficio fitosanitario PAT, il CREA-DC, il Südtiroler Beratungsring con l’apporto di esperienze fuori confine come il Canton Ticino.
“L’incontro di oggi – ha evidenziato in apertura il Direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri – riguarda una importante fitopatia, il colpo di fuoco batterico, che lo scorso anno in Trentino si è manifestato con una certa gravità.
Il Centro Trasferimento Tecnologico si è attivato fin da subito in stretto raccordo con l’Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento sia per effettuare un monitoraggio a tappeto dei territorio colpiti, sia per effettuare le diagnosi dei campioni, mettendo in campo una intensa azione di comunicazione per informare gli agricoltori ma anche tutta la cittadinanza. La stagione è iniziata, i nostri tecnici sono al lavoro per studiare e approntare gli strumenti migliori per la prevenzione e il controllo di questa avversità”.
Annata 2020: le cause della diffusione, gli impianti più colpiti
“Si ipotizza che la diffusione nell’annata 2020 sia dovuta ad una serie di condizioni favorevoli ad Erwinia amylovora durante la fioritura.
Temperature medie elevate, bagnatura delle piante dovuta a piogge a partire dal 26 aprile, fioritura prolungata e intensa attività degli insetti pronubi, hanno causato questa grave situazione” hanno spiegato i tecnici FEM Lodovico Delaiti, Mattia Zaffoni, Nicola Andreatti.
Una fonte di inoculo importante, inoltre, potrebbe essere rappresentata dalle piante ospiti spontanee o ornamentali (sorbo, biancospino, cotogno, cotognastro e nespolo) non sottoposte ai controlli svolti negli anni scorsi.
Gli impianti più colpiti sono stati quelli da 0 a 3 anni, ma sono stati attaccati anche frutteti fino al sesto anno di età.
Le varietà maggiormente interessate sono state Fuji, Gala, Fengapi-Tessa®, Gradisca-Enjoy®, Roho 3615-Evelina®, Morgenduft, SWING® Xeleven(s), Crimson Snow®, Lumaga-Galant®, Kizuri-Morgana, mentre Golden D. è risultata meno suscettibile, probabilmente a causa della scarsa fioritura.
Attività FEM: dal monitoraggio alla diagnosi
E’ dal 2005 che la FEM effettua monitoraggi sul territorio per contrastare la diffusione della malattia. Lo scorso anno sono state messe a punto intense e capillari azioni di comunicazione ai cittadini per la gestione di giardini e orti ed è stato attivato un monitoraggio delle piante ornamentali infette, con conseguente asportazione dei sintomi e pulizia nelle aree verdi pubbliche (parchi, ciclabili, aiuole e bordi) da parte del personale della PAT.
Le attività in campo sono state affiancate dall’attività del Laboratorio di diagnosi fitopatologica che verifica analiticamente la presenza del patogeno sui campioni con sintomi sospetti.
Nel corso del 2020 sono stati analizzati 204 campioni tra melo (126), pero (14), rosacee ornamentali (64) (rosa, sorbo, cotogno, nespolo, cotognastro, biancospino, piracanta). Il 38% dei campioni è risultato infetto da colpo di fuoco batterico. Il tempo medio per un risultato diagnostico è stato di 4-5 giorni.
Azioni di contenimento: estirpazione, disinfezione attrezzi, prevenzione con prodotti rameici
Le azioni di contenimento hanno richiesto l’estirpazione di piante gravemente colpite o l’asportazione delle parti colpite tagliandole ad almeno 70 cm dal limite prossimale visibile del sintomo e la immediata bruciatura del materiale asportato. Per ridurre l’inoculo sono stati consigliati interventi con prodotti rameici nella fase estiva e autunnale sulle varietà poco soggette alla rugginosità. Ulteriori indicazioni per ridurre al minimo l’inoculo hanno riguardato la disinfezione degli attrezzi utilizzati per le operazioni di taglio e potatura.
Sguardo al 2021, pronto un metodo previsionale e indicazioni di rischio zonali
Nel corso della prossima stagione l’attività di monitoraggio e controllo sarà affiancata dalla possibilità di conoscere in tempo reale, in base alle condizioni meteo rilevate dalle stazioni meteo FEM, il rischio di infezione elaborato tramite un metodo previsionale. Sulla base delle analisi del rischio i tecnici della Fondazione Mach predisporranno delle indicazioni di difesa preventiva per le singole zone.
Incontro tecnico: il punto con i maggiori esperti
Stefania Loreti del CREA (Difesa e Certificazione) ha messo in luce la biologia, epidemiologia ed eziologia del colpo di fuoco batterico, malattia che avuto origine negli USA ai primi del Novecento ed oggi presente in oltre 100 paesi, segnalando che nel 2020 si è assistito ad un preoccupante incremento delle infezioni non solo in Trentino, ma anche in Piemonte ed Emilia Romagna.
Lodovico Delaiti, Mattia Zaffoni, Nicola Andreatti del Centro Trasferimento Tecnologico FEM hanno fatto il punto sul colpo di fuoco in Trentino, analizzando la stagione 2020 e fornendo le prospettive per il 2021.
Valeria Gualandri del Centro Trasferimento Tecnologico ha parlato di diagnostica di laboratorio come azione fondamentale di sorveglianza della malattia.
Lorenza Tessari, responsabile dell’Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento, ha illustrato misure e azioni fitosanitarie per gestire l’emergenza nel territorio trentino.
Gli aspetti ecologici e di controllo del patogeno e le prospettive future di ricerca sono stati illustrati da Gerardo Puopolo del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente con focus sui prodotti rameici la cui applicazione preventiva rappresenta al momento la principale difesa per ridurre la probabilità di infezione.
La situazione del colpo di fuoco e difesa in Alto Adige è stata sottolineata da Michaela Erschbamer del Südtiroler Beratungsring che ha segnalato come nel 2020 in modo inatteso il colpo di fuoco si è presentato a Lana e Laives.
Nessun caso invece nel Canton Ticino: Cristina Marazzi del Servizio fitosanitario cantonale ha evidenziato che l’annata più preoccupante è stata il 2018. Poi la parola è stata data alle ditte Syngenta, Bayer, CBC Biogard, Manica sul tema delle evidenze sperimentali dei prodotti disponibili.