VERONA – Valutare la sostenibilità degli obiettivi del Farm to Fork.
È la richiesta avanzata nei giorni scorsi a Bruxelles dai ministri dell’Agricoltura di nove Stati membri, che – riporta l’ultimo numero de L’Informatore Agrario – hanno invitato la Commissione europea a presentare valutazioni d’impatto complete su un piano strategico che la stessa Commissione definisce “una pietra angolare del Green Deal europeo”.
Pietra angolare che poggia ad oggi su target ambiziosi “di ispirazione” (riduzione di fitofarmaci, fertilizzanti, antibiotici in allevamento, aumento superfici bio e corridoi verdi) che i singoli Stati, puntualizzano i ministri competenti di Francia, Spagna e Germania e altri sei Paesi, dovrebbero inserire e implementare all’interno dei piani nazionali Pac senza aver visto una effettiva valutazione d’impatto sul settore agroalimentare da parte delle istituzioni comunitarie.
GREEN DEAL
Un rischio di inciampo sul terreno agricolo – si legge sempre sulla rivista specializzata – che l’esecutivo Ue non ha incontrato solo nella strada “dal produttore al consumatore”. La Commissione europea ha fatto infatti retromarcia sugli investimenti “verdi” stralciando l’agricoltura dall’atto delegato dopo che Paesi come la Francia e associazioni di categoria (come il Copa e Cogeca) hanno criticato i criteri e i requisiti che il documento proponeva per vedere riconosciuta alle attività agricole una patente di sostenibilità.
LEGGI ANCHE
Pac e New Delevery Model al centro del vertice Agrifish con Patuanelli