BRUXELLES – La Commissione UE ha pubblicato la prima edizione 2021 delle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’UE.
MERCATI AGRICOLI UE – Il settore ha avuto un andamento relativamente positivo e ha dimostrando di resistere alla crisi generata dalla pandemia.
Sono aumentati i prezzi di tutti i principali cereali, in linea con l’andamento globale. Si stima un consumo globale in crescita, principalmente spinto dalla domanda di mangimi per animali. La produzione di cereali dell’UE potrebbe raggiungere 295,2 milioni di tonnellate per il 2020/21, con un aumento del 5,3% rispetto allo scorso anno. La produzione di colture proteiche è cresciuta del 7,9% nel 2020/21. Potrebbe aumentare ulteriormente del 5,2% nel 2021/22, guidata principalmente dalla domanda alimentare interna.
Nel 2020/21, la produzione europea di olio d’oliva si stima possa arrivare a quasi 2,1 milioni di tonnellate, con un aumento del 10% rispetto al 2019/20.
La produzione di vino dell’UE nel 2020/21 dovrebbe rimanere stabile a circa 158 milioni di ettolitri. Con le esportazioni previste in aumento si potrebbe registrare una riduzione delle scorte e un migliore equilibrio di mercato per il settore.
La produzione di latte dell’UE nel 2021 si stima possa crescere dell’1%, grazie a un aumento delle rese, mentre dovrebbero diminuire i capi allevati. Il consumo di prodotti lattiero-caseari freschi dovrebbe diminuire dopo un picco nel 2020, ma rimanere al di sopra del livello pre-Covid-19.
La produzione di carne bovina dell’UE potrà diminuire leggermente nel 2021, principalmente a causa di un aggiustamento strutturale nel settore della carne bovina e lattiero-caseario combinato con una domanda più bassa. Le esportazioni verso i mercati di alto valore dovrebbero continuare ad aumentare grazie ai recenti accordi commerciali (ad es. Canada, Giappone).
Lo scoppio della peste suina africana in Germania a metà settembre ha portato a divieti immediati di importazione di carne suina dalla Germania da parte dei principali partner: Cina, Corea del Sud e Giappone. Ciononostante, altri paesi dell’UE hanno colmato il vuoto e il commercio dell’UE si è dimostrato resistente, portando a livelli di esportazione sempre alti.
Il settore del pollame continua a crescere lentamente nell’UE. Anche se è attesa una ripresa del commercio, le misure COVID-19 nell’UE e l’influenza aviaria hanno esercitato un’importante pressione al ribasso sul mercato.
Fonte: Bollettino a cura della Cia – Agricoltori italiani Ufficio di Rappresentanza presso l’UE