BOLOGNA – Dare al biologico un ruolo da protagonista nel Piano strategico nazionale. Nella recente audizione in Commissione agricoltura della Camera sugli obiettivi del Piano strategico nazionale nel quadro della nuova politica agricola comune (PAC), FederBio ha sottolineato l’importanza della valorizzazione della transizione agroecologica per il rilancio del sistema agroalimentare italiano.
La Federazione ritiene che il Piano debba allinearsi agli obiettivi europei del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, che mirano a triplicare le superfici agricole coltivate a biologico e a ridurre l’uso dei pesticidi e degli antibiotici del 50% entro il 2030.
Il rinvio della riforma della PAC al 2023 per la Federazione è legato alla necessità di puntare proprio a questo: adeguare gli obiettivi della proposta di riforma della politica agricola comune alle recenti strategie europee con iniziative che definiscano una chiara direzione verso la transizione agroecologica, di cui il biologico rappresenta l’esperienza concreta più diffusa.
Durante l’audizione FederBio ha proposto, in coerenza con le posizioni della “Coalizione Cambiamo Agricoltura” di cui fa parte insieme alle principali Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, che il Piano Strategico Nazionale (PSN) destini una percentuale minima del 30% del budget sia del primo pilastro per i “regimi per il clima e l’ambiente” (ecoschemi), che per le misure agro-climatico-ambientali dello sviluppo rurale (II°pilastro) . Sostenere con la PAC le pratiche agricole che producono beni pubblici e hanno impatto positivo su clima e ambiente è la condizione indispensabile per legittimare, nei confronti dei cittadini, l’uso di fondi pubblici destinati all’agricoltura.
Altro punto centrale, il superamento dei titoli storici che attraverso gli aiuti a superficie, che si rivelano anche estremamente differenti, distribuisce l’80% dei fondi al 20% delle aziende, di fatto come rendita di posizione, quando invece il sostegno dovrebbe essere legato alle esternalità positive dei diversi processi produttivi in termini di tutela ambientale, paesaggio e lavoro.
Inoltre, per FederBio è fondamentale che il PSN individui l’obiettivo percentuale di crescita del biologico e gli interventi concreti per raggiungerlo, sia in termini di sostegno alla conversione e al mantenimento del bio, che adottando servizi di supporto e consulenza necessari per sostenere gli agricoltori e promuovendo le attività d’informazione e comunicazione finalizzate all’aumento della domanda di alimenti biologici. Tutto ciò è necessario per rispondere in maniera adeguata sia alle Raccomandazioni della Commissione UE per il Piano strategico dell’Italia, pubblicate a dicembre 2020, che agli indirizzi del recente Piano d’azione Europeo per il biologico che prevede espressamente il collegamento con la PAC attraverso i Piani Strategici Nazionali. Per tali obiettivi è fondamentale garantire premi maggiori ai modelli di agricoltura più sostenibili come il biologico e inserire il mantenimento del bio negli “ecoschemi” del I° pilastro sostenendo la conversione con le misure dello Sviluppo Rurale.
Ultimo punto la zootecnia che deve orientarsi al superamento del modello intensivo puntando sul biologico e sul benessere animale anche attraverso ecoschemi che favoriscano il pascolo e la zootecnia estensiva.
“Sul Piano strategico nazionale siamo preoccupati, non solo perché al momento manca l’analisi dei fabbisogni su cui confrontarsi per definire gli interventi, ma anche perché l’Italia è il fanalino di coda europeo nella stesura del Piano. Riteniamo fondamentale che il nostro Paese si allinei alle politiche e strategie europee che puntano decisamente sulla transizione agroecologica. Partendo da una superficie doppia rispetto a quella europea, in Italia il biologico può essere veramente uno strumento fondamentale per consolidare il rilancio dell’intero sistema agroalimentare, intercettando maggiori risorse e individuando attraverso ricerca e innovazione soluzioni utili anche per le altre forme di agricoltura, con l’obiettivo comune di ridurre l’uso dei pesticidi. Riteniamo che il Piano Strategico Nazionale debba indicare chiaramente gli obiettivi per la crescita del biologico e gli strumenti per raggiungerli, in particolare l’assistenza tecnica indipendente per la conversione, che è prevista dal Piano d’Azione europeo per il biologico e dalla riforma della PAC approvata dal Parlamento Ue. Servono inoltre misure concrete che consentano di aumentare sia la produzione che il consumo di biologico attraverso campagne di informazione per i cittadini. Il Piano rappresenta un’occasione fondamentale per valorizzare un modello agricolo che punti alla biodiversità e alla qualità, come quello biologico che riteniamo sia strategico per il futuro dell’agricoltura, del cibo e del territorio rurale”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.
FederBio (feder.bio) è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di IFOAM e ACCREDIA, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali. Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio. La Federazione è strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e Tecnici, Associazioni culturali. FederBio garantisce la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati in base al Codice Etico e verifica l’applicazione degli standard comuni.