ROMA – “Lavoriamo tutti insieme a tutela del nostro agroalimentare e anche dei nostri produttori. Per questo vorrei si parlasse di ‘Born in Italy’ e non solo di made in Italy. Made in Italy vuol dire fatto in Italia magari con prodotti che arrivano da altre parti del mondo. Invece la direzione verso cui vorrei si andasse è quella di prodotti 100 per cento italiani”.
Lo ha evidenziato il sottosegretario Mipaaf Gian Marco Centinaio partecipando al webinar “La difesa del Made in Italy” organizzato dall’associazione Eureca.
“L’Italia deve fare sistema, bisogna promuovere sempre più accordi fra i vari ministeri coinvolgendo oltre alle Politiche agricole, il ministero degli Esteri, il Mise, il ministero della Salute. La politica e le istituzioni devono accompagnare i nostri produttori, soprattutto sui mercati esteri. È sempre più necessario avere una visione a 360 gradi per un settore che per Pil è il secondo nel paese e uno dei nostri punti di forza.
I prodotti Made in Italy nel mondo sono sempre più quelli copiati e invidiati. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia sull’italian sounding. Gli altri paesi sono un’opportunità, ma anche dei competitor, e vanno contrastati i fenomeni di illegalità. Ultimamente, complici gli effetti della pandemia, sto vedendo anche troppa campagna acquisti da parte di fondi di investimento o imprenditori esteri. Ma il produttore italiano – ha concluso Centinaio – oltre al business mette la passione. La passione di chi conosce quel territorio e ama il nostro paese”.
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