Desenzano del Garda (BS) – «Da una società di consulenza di livello internazionale arriveranno le prime indicazioni per mettere a punto nuove strategie di crescita delle vendite di Grana Padano Dop sui mercati mondiali. A partire dall’estate o dall’autunno dovremmo essere definito il nuovo piano di sviluppo dei consumi».
Lo ha anticipato Renato Zaghini, presidente del Consorzio di tutela del Grana, Padano Dop: «Le iniziative principali saranno rese note il 29 aprile prossimo nel corso dell’annuale assemblea dei consorziati che si svolgerà, sempre in modalità streaming a causa della pandemia».
L’internazionalizzazione resta una priorità?
L’export resta fondamentale per lo sviluppo dei consumi e continua a macinare record. Oggi vale il 41% della produzione di Grana Padano. Nonostante la pandemia il 2020 si è chiuso con un incremento del 3,43% delle spedizioni all’estero, pari a 2.112.870 forme complessive. Un quarto di queste vendite è legato alla Germania che ha aumentato gli acquisti del 7,1% rispetto all’anno precedente. Stiamo focalizzandoci anche su iniziative specifiche dedicate alla Gdo in Italia.
Come ancora sarà possibile crescere ancora all’estero?
Un traino fondamentale è legato anche alla battaglia contro l’italian sounding, l’utilizzo di denominazioni, riferimenti e immagini in prodotti che evocano il nostro Paese ma non sono made in Italy. Nel caso del Grana Padano si tratta di un fenomeno che potrebbe valere tanto quanto il nostro export e viene contrastato dall’attività di tutela svolta dal Consorzio e dagli interventi di vigilanza e di controllo effettuati ogni anno dagli enti preposti in collaborazione con le forze dell’ordine.
Quali sono i Paesi target?
Restano quelli tradizionali come la Germania, il Regno Unito, la Francia, l’Austria e la Svizzera, e anche gli Usa, terza destinazione del Grana Padano all’estero. La sospensione dei dazi di quattro mesi decisa dall’amministrazione Biden ha dato un grande impulso alle vendite, tanto che non sono sufficienti i container a disposizione per soddisfare tutti gli ordini ricevuti. Per quanto riguarda nuovi mercati emergenti aspettiamo le indicazioni della società di consulenza.
In quale altro canale ci si focalizzerà nel 2021?
La ristorazione rappresenta un nodo fondamentale per il Grana Padano e va aiutata, soprattutto in vista di una ripresa dei consumi fuori-casa dopo l’emergenza legata alla pandemia.
Oggi in questo canale tra i formaggi “duri” prevalgono i similari che possono beneficiare del vantaggio dell’anonimato sugli ingredienti usati in cucina. Alla politica italiana chiediamo pertanto di rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine del prodotto per rendere più consapevole il consumatore su che cosa gli viene servito in tavola.
E sul prossimo Piano Produttivo?
Il piano Produttivo 2022-2024 porterà sicuramente dei miglioramenti rispetto a quello attuale in scadenza quest’anno, ma si procederà attraverso un confronto costruttivo con gli associati.
Affronteremo la questione del valore del latte acquistato dall’industria, occorrerà codificare meglio la correlazione tra il prezzo della materia prima e la quotazione del formaggio all’ingrosso. Si tratta di un parametro già presente nell’attuale Piano Produttivo ma che necessita di essere meglio dettagliato.
Il Piano Produttivo ha comunque sempre fornito risultati positivi, negli ultimi 10 anni siamo passati da 3 ad oltre 5 milioni di forme arrivando a trasformare 25 milioni di quintali di latte, il 50% del bacino potenziale del Grana Padano. Sarà sempre possibile aumentare la produzione rispettando però sempre determinate regole, quelle che consentono di mantenere in equilibrio offerta e domanda salvaguardando il valore della Dop e della sua filiera.