Argiano e Poderi Colla. Viaggio tra parallelismi e peculiarità: gemellaggio nel segno della storia e del vino di qualità

San Rocco Seno d’Elvio, Alba (CN) – Sarebbe stato bello salire ai vigneti e discendere poi nelle rispettive cantine, scrivere le impressioni personali sulla storia culturale di queste due aziende osservandone i paesaggi, scrutando la campagna e la vita contadina che Ernesto Colla, detto Tino, si appresta a raccontare.

Quello tra Argiano e Poderi Colla lo definisce un gemellaggio amichevole, quasi ci fosse tra Toscana e Piemonte una sorta d’onda armonica. Certamente territori enologi distinti ma non così diversi, contraddistinti da solennità ed eleganza e dal pregio di un’umiltà raramente raggiungibile.

E se come affermava Mario Soldati nel suo primo viaggio in terra piemontese – era l’autunno del 1968 – “Gli eletti inventano il vino”, Argiano e Poderi Colla con le centinaia di anni di storia hanno il merito di avere dato con continuità valore al territorio, restituendo la purezza di un sorso di vino che ha solo bisogno di qualcuno che lo sappia “ascoltare”.

È l’incedere lento, meno frenetico, il tempo della natura e della campagna a cui fa costantemente riferimento Tino Colla. Per una volta non si parla di biodiversità, di futuro, di marketing, di brand, ma solo di tradizione, di assaggi e di pazienti confronti tra due aziende e i loro equilibri. Lo accompagnano in questo viaggio virtuale Andrea Zarattini e Riccardo Bogi, a capo delle rispettivi team vendite.

Il terroir innanzitutto: mediterraneo con estati calde e inverni miti in Langa, precipitazioni medie annue di 1127 mm e suoli tra i più antichi e vocati come le Marne di S. Agata. Anche a Montalcino il clima è caldo e mite. Le minori precipitazioni, circa 700 mm, e l’esposizione a sud, sud-ovest, su suoli di galestro e vigne a corpo unico, sono la ricchezza per un Brunello che è eccellenza ma anche sostenibilità. Le 4 R per l’ambiente – Ridurre, Recuperare, Riusare, Riciclare -, sono i valori guida presupposto di un nuovo senso del lusso, lo stile rigenerativo che va oltre la bio-diversità.

In Poderi Colla, la storia secolare s’intrecciata con i grandi avvenimenti legati al mondo del vino piemontese.

I primi documenti risalgono ai primi anni del ‘700 e testimoniano come Carlo Colla, proprietario di vigneti a Santo Stefano Belbo, produceva e vendeva “bottelli di Rosatello” e “brente di vino Negro”. Un salto nel 1909 ci permette di introdurre Pietro Colla, la storia più recente.

Inizia a lavorare nell’azienda Gancia di Canelli, dove è allievo dell’anziano Pinin Galet che, mandato nel 1865 nella regione dello Champagne, aveva imparato e portato in Italia il metodo champenois. Nel 1949 nasce Ernesto (Tino) Colla, l’ultimogenito di nonno Pietro. Tino segue le orme della famiglia diplomandosi alla Scuola Enologica di Alba. La sua prima esperienza è a Beaune con Leglise e Siegrist presso il Laboratoire d’Oenologie de Bourgogne; torna in Piemonte e affianca il fratello Beppe che nel 1956 rileva l’azienda del Cav. Alfredo Prunotto in Alba, di cui mantiene il nome e produce i grandi vini che diventeranno patrimonio dell’Albese e una delle realtà più rappresentative delle Langhe.

Solo nel 1993 nasce l’azienda agricola che oggi porta il nome di Poderi Colla, azienda che vanta il cru Bussia Dardi Le Rose a Monforte d’Alba – 6ha di Nebbiolo da Barolo -, il cru Roncaglie a Barbaresco – 8ha di Nebbiolo da Barbaresco – e 12ha a Bricco del Drago, Alba, con Nebbiolo da Nebbiolo d’Alba, Dolcetto, Riesling e Pinot Nero. Dal 1961 Poderi Colla è una vigna, un vitigno, una etichetta. Ogni espressione racconta l’unicità e l’appartenenza storica e geografica: il cru Roncaglie, Barbaresco 2018, è l’esempio di rilevante finezza, il cru Barolo Bussia 2017, la potenza che si mostra per classe e sostanza. Infine il cru Bricco del Drago 2015, 90% Dolcetto e 10% Nebbiolo, la struttura e il carattere.

Argiano vanta a sua volta 440 anni di storia. Non è poco e non è da tutti. Oggi l’azienda è under 40. Al posto del leggendario Giacomo Tachis, enologo che a Villa Bell’Aria creò il celeberrimo SuperTuscan Solengo, c’è Bernardino Sani (winemaker), l’agronomo Francesco Monari e il direttore commerciale, Riccardo Bosi.

 

“Con l’arrivo della nuova proprietà Argiano ha iniziato un percorso di progettazione e investimenti tutti rivolti alla massima valorizzazione e preservazione di questa magica realtà – riferisce Sani -. In cantina cerchiamo di seguire la stessa filosofia: massimo rispetto del terroir, valorizzazione delle caratteristiche naturali dell’uva delle migliori vigne di Sangiovese e produzione di Brunello eleganti ed equilibrati che ben rappresentino la bellezza rinascimentale della villa e della storica cantina di affinamento”.

Parcellizzazione in vigna e cantina, fermentazioni brevi, macerazioni delicate, botti grandi e cemento danno vita a Solengo 2018, al Brunello di Montalcino 2016, al Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2016 (la seconda annata prodotta), un concentrato di verticalità, precisione e stile.

Argiano e Poderi Colla: l’Italia che sorprende, che mette in fila successi e vini che rivelano ritmo e carattere. Sempre meno solenni, sempre di più materialmente eccellenti. Risuonano in testa le parole di Tino Colla: per capire l’origine di un vino non è necessario leggere l’etichetta.

Informazione pubblicitaria